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Quella nostra campana non suona più’ (di Salvatore Vaccaro)

Redazione

Quella nostra campana non suona più’ (di Salvatore Vaccaro)

Mar, 02/07/2024 - 08:31

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    Si diceva che in quella nostra campana risuonasse “l’allegro di quell’aria purissima… e la squilla sonora, per lunghi anni, sognò le ore, segnò la vita…”, pensandoci a quanto si leggesse su quel primo giornale di TIN TON a Mussomeli nel 1910. Molti non sanno, però, che quella campana risale, addirittura, al periodo di cinquecento anni fa, nel 1555, dal Conte Cesare Lanza di Trabia ed in quella torre più antica, di cui c’è un disegno fatto allora trent’anni fa da Castiglione, e dopo averlo sentito di un suo nonno, arrivò fino agli ultimi anni del mille ottocento e non rimase più di un pezzo. Solo nel 1909, da Desiderio Sorce, che fu anche sindaco al 1908, fu così preparato, strutturato ed alzato quella nuova “Torre dell’Orologio”. Intanto, riguardandolo meglio di quella scrittura sul bronzeo della campana, e ricercandosi sia al sacerdote Don Giuseppe Calà di 90 anni fa, oppure con l’amico Salvatore Mingoia Gervasi, pure su “Progetto Vallone”, fu chiamato dal professore Vincenzo Ognibene di circa quarant’anni fa, in cui più o meno, quasi uguali, si leggesse dal nome in latino: “IHS – MARIE FILIUS IN TEMPORE SDS DO CESARIS LACEA OPUS FACTUM PRO UNIVERSITATEM – AD 1555”, e quasi nel centro c’è scritto “OPUS TO DNICI ET PAULI SANCTI PHI” e significa “Gesù Salvatore degli uomini, Figlio di Maria nel tempo. Opera eseguita per ordine di Don Cesare Lanza, a spese e per cooperazione del popolo, nell’anno 1555.” L’altro centrale: “Lavoro di Domenico e di Paolo da San Filippo (d’Agira)”. L’ultimo, però, non è proprio sicuro, perché bisognerebbe fare anche un controllo, soprattutto alla Biblioteca Regionale di Palermo. E, pure, mi viene in mente qualcosa a quei “Santi Paoli” di quel tempo lontanissimo? Chissà… Intanto, a quell’orologio che non lo guardano più su quella nostra torre, e nemmeno funziona già da tanti anni, senza considerare che sono rimasti con dei mezzi rotti, sia di qua o di là. Tutti, giovani, adulti ed anziani, quell’orologino, ora, ce l’hanno sia sul proprio polso oppure direttamente sul proprio telefono e sul cellulare… E quella meravigliosa campana c’è ancora, là in alto, ma che non suona più e non batte più di quel nostro tempo sonoro e rimasto solo lontano…

      

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