Salute

Crisi idrica, un film già visto nella terra del Gattopardo

Marcello Frangiamone

Crisi idrica, un film già visto nella terra del Gattopardo

Sab, 27/07/2024 - 15:04

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“Non c’è più acqua. Gli invasi sono a secco e se non pioverà in abbondanza la turnazione dell’acqua potrebbe scattare già nelle prossime settimane”. Sembra il testo di un articolo pubblicato in questi giorni. E’ invece un articolo pubblicato da la Repubblica il 13 gennaio 2018 in riferimento alla grave carenza idrica che si era abbattuta già alcuni anni fa in Sicilia. Già anche allora si istituitì una cabina di regia. Sono trascorsi cinque anni e i problemi sembrano essere rimasti gli stessi, con una crisi idrica che è ancor più grave e con l’istituzione di una nuova cabina di regia che sta cercando di trovare soluzioni ai problemi di sempre. Ma la Sicilia è la terra del Gattopardo “Perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” E infatti sono cambiati i governi regionali, sono cambiati i nostri rappresentati ma tutto è rimasto uguale a prima. La crisi idrica non nasce in realtà 5 anni fa ma molti decenni prima, quando si cominciarono a realizzare le prime dighe molte delle quali ancora incomplete e inutilizzabili. Acqua che viene raccolta e poi buttata a mare. E ogni volta che si parla di crisi idrica ritornano in auge i dissalatori. Si perchè si dice che la Sicilia è un’isola ed è circondata dal mare e acqua ne potremmo avere in abbondanza. Peccato che ci sono punti che distano dalla costa decine e decine di chilometri con terre cha raggiungono e superano i 1000 metri di altezza sul livello del mare. Provate ad immaginare quanto dovrebbe costare l’acqua che, prima dovrebbe essere dissalata e poi trasportata all’interno della Sicilia.

Un buon TIR di acqua minerale dovrebbe venire a costare meno! La soluzione prospettata sarebbe quella di rimettere in funzione i dissalatori per servire le coste ed utilizzare gli invasi per servire l’entroterra. Buona idea peccato che ci vorranno, se tutto va bene, almeno un paio d’anni. Non ci sono progetti immediatamente appaltabili quindi i tempi non potranno essere brevi. E allora intanto che si fa? Si cercano pozzi per prelevare quel poco di acqua che è presente nelle falde idriche sotterranee. Ma soprattutto pregare e sperare nel buon Dio che faccia cadere in autunno un po’ d’acqua dal cielo mettendo contemporaneamente in campo ogni azione utile a preservare la risorsa idrica come ad esempio la realizzazione di bacini di ricarica delle falde idriche sotterranee, l’avvio immediato dei progetti per il riutilizzo delle acque depurate per uso agricolo e ogni altra attività di semplice realizzazione che darebbe benefici immediati. Ma tanto lo sappiamo, questo grave stato di crisi sarà presto dimenticato e tra altri cinque anni si istituirà una nuova cabina di regia che ricomincerà a studiare il problema daccapo per trovare per l’ennesima volta le soluzioni ai problemi di sempre. Gattopardo docet.