Salute

Chiesa San Michele di Mazara del Vallo: organo del ‘700 restaurato torna a suonare dopo più di 100 anni

Redazione 3

Chiesa San Michele di Mazara del Vallo: organo del ‘700 restaurato torna a suonare dopo più di 100 anni

Ven, 12/07/2024 - 09:50

Condividi su:

L’antico organo di una delle due cantorie della chiesa di San Michele di Mazara del Vallo, dopo piu’ di 100 anni che era spento, e’ tornato a suonare. Ieri, in occasione della solennita’ di San Benedetto Abate, e’ stato presentato il restauro completato dalla ditta dei fratelli Cimino, con le somme del Fondo per l’edilizia di culto del Ministero dell’Interno. L’organo e’ stato fatto suonare dal maestro Diego Cannizzaro con un preludio (Toccata in Cesolfaut di Alessandro Scarlatti) e l’accompagnamento liturgico della santa messa presieduta dal vescovo monsignor Angelo Giurdanella e concelebrata dal clero mazarese. L’organo restaurato nasce come strumento che veniva portato in processione; in una seconda fase intorno alla meta’ del ‘700 e’ stato collocato nella cantoria destra della chiesa di San Michele. Si tratta di un organo a canne chiuso in cassa in legno di conifera con un prospetto a vista di canne disposte a cuspide centrale, delimitato da due paraste e sormontato da trafori. Originariamente lo strumento era alimentato con mantici azionate a mano, ora dopo il restauro i mantici sono alimentati con un motore con ventola. “Dell’organo non si hanno notizie storiche precise – spiega il maestro Diego Cannizzaro – ma esaminate le caratteristiche costruttive dell’organo si presume che lo strumento sia stato costruito intorno al XVIII secolo da autore siciliano”. La tastiera di bosso ed ebano e’ di 45 tasti e prima ottava corta, la pedaliera con 8 pedali scavezza sempre accoppiata al manuale. La parte artistica, ossia la cassa e le altre parti in legno, sono state oggetto di restauro a cura di Rita Guarisco, con la supervisione della Soprintendenza di Trapani. “La testimonianza di San Sebastiano Abate, padre del monachesimo e testimone del Vangelo, sfida anche questo nostro tempo ed e’ attuale”, ha detto il Vescovo. I lavori di restauro dell’organo sono durati circa 2 anni. Lo strumento e’ stato smontato in ogni sua parte e trasferito presso il laboratorio dei fratelli Cimino ad Aragona (Agrigento) e poi rimontato nella cantoria destra del monastero. Al termine della messa e della presentazione del restauro, le 5 monache di clausura del monastero hanno offerto un piccolo omaggio a tutti i fedeli che hanno riempito la chiesa.