Il 21 giugno la Fillea Cgil Palermo ha inviato una lettera al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e ai primi cittadini degli 82 comuni della provincia per sensibilizzare le amministrazioni comunali sull’emergenza caldo, chiedendo l’adozione di ordinanze di chiusura dei cantieri edili se la temperatura supera la soglia dei 35 gradi. “Ad oggi purtroppo nessuna delle amministrazioni contattate ha emesso le ordinanze comunali di sospensione dei cantieri che abbiamo chiesto – dice il segretario generale Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo -. Per noi è urgente che i Comuni si attivino e predispongano le misure specifiche per tutelare i lavoratori. Siamo già in emergenza. Dobbiamo rispondere ai lavoratori che quotidianamente segnalano le difficoltà a operare in condizioni climatiche estreme, con temperature come quelle di questi giorni, che superano i 35 gradi”. “Fino alla prossima settimana – ricorda il sindacalista – sono state annunciate temperature elevate, insostenibili, con un aumento dei rischi di colpi di calore e di incidenti per i lavoratori dei cantieri sottoposti a stress termico”. L’invito rivolto al sindaco di Palermo e a tutti gli altri amministratori è a “dare un segnale immediato, in risposta a un’esigenza di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che deve essere per tutti una priorità”. “Apprezziamo il sostegno espresso dalle forze di opposizione alla proposta avanzata dalla Fillea Cgil Palermo – aggiunge Ceraulo -. Se non dovesse arrivare nessuna risposta in tal senso, saremo pronti a mobilitarci”. In altri Comuni siciliani sono già scattati i primi provvedimenti e tra i primi Comuni ad attivarsi Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, e Assolo, in provincia di Enna. A Ragusa già sono cinque i Comuni che hanno emesso provvedimento contro l’emergenza caldo e anche a Siracusa il percorso è stato avviato nei primi due Comuni. “Come Fillea Cgil abbiamo sempre proposto alle aziende la rimodulazione dell’orario di lavoro, spostando l’inizio nelle ore più fresche della mattina e prevedendo l’interruzione dopo mezzogiorno, lì dove i lavori non possono essere sospesi per motivi di pubblica sicurezza – conclude Ceraulo -. Ma negli altri casi, quando si superano i 35 gradi, si attivi subito la cassa integrazione, strumento che copre il periodo di fermo e di rallentamento dell’opera e garantisce un’indennità ai dipendenti”.