SAN CATALDO. Il Prof. Stefano Gidaro – Specialista in Urologia e Chirurgia Generale, Professore in Urologia presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, Trainer e Proctor in Chirurgia Robotica – è ufficialmente entrato a far parte del team di Chirurgia Robotica della Casa di Cura “Regina Pacis” di San Cataldo.
La chirurgia robotica è una metodica che garantisce molti vantaggi per il paziente, un approccio mininvasivo e preciso che permette una rapida ripresa, in grado di minimizzare i disturbi di un normale intervento. Presso la Casa di Cura “Regina Pacis” di San Cataldo (CL), l’Unità Operativa di Chirurgia Generale utilizza tale tecnologia da circa sei mesi e, da Luglio, la Chirurgia Robotica estenderà il proprio piano di applicazione anche all’Urologia.
“Ci avvarremo della Chirurgia Robotica – chiarisce il Prof.
Gidaro – per molte patologie urologiche oncologiche quali i tumori della
prostata, del rene e della vescica, ma anche per patologie benigne quali la
stenosi del giunto pieloureterale e la stenosi ureterale. Eseguiremo gli
interventi con l’uso della robotica in quasi tutte le fasce d’età ad eccezione
dell’età pediatrica, anche se sussistono alcuni limiti tecnici legati a
patologie specifiche, casi contestualizzati che vengono valutati
dall’anestesista e dallo specialista in fase di pre-ricovero” sottolinea il
Prof. Gidaro che coadiuverà da subito l’attività chirurgica del Dr. Francesco
VACIRCA, già Responsabile della U.O. di Urologia della Casa di Cura.
“Sono davvero entusiasta di questa nuova ed importante collaborazione professionale – ci racconta il Dr. Vacirca – Ricordo come la Casa di Cura “Regina Pacis” di San Cataldo faccia parte della Rete Siciliana dei Centri Specialistici per l’attuazione del PDTA del tumore della prostata (D.A. n. 801 del 12/09/2022) in cui la nostra Struttura sancataldese è presente ed identificata quale unico riferimento per la provincia di Caltanissetta. L’importante collaborazione con il Prof. Gidaro ci dà un forte input qualitativo e ci aiuterà ad abbattere le liste di attesa, ampliando l’offerta per i pazienti affetti da patologia oncologica soprattutto per quanto concerne il tumore prostatico”.