La storia di un popolo è il suo racconto autobiografico: ciascuno di noi scrive un pezzettino e ciascuno di noi porta la sua quota di responsabilità di ciò che tutti insieme siamo stati capaci di fare o di non fare.
Che la nostra sia una città non facilmente definibile per la stranezza e l’incongruità dei comportamenti dei suoi cittadini, che spesso non trovano una giustificazione logica, penso sia opinione condivisibile specie da tutti quelli che vorrebbero capirne le ragioni e/o le motivazioni.
La cosa che stranizza e meraviglia oltremodo, è che spesso nella nostra città “si predica bene e si razzola male” nel senso che alle belle parole che vengono molto forbitamente formulate, da candidati amministratori, non corrisponda comportamenti coerenti tali da realizzare quel cambiamento da tanti auspicato e sinora letteralmente dimenticato.
Ci avviciniamo alla conclusione elettorale per le Amministrative di questa città.
Si sta giocando, in questi giorni, una partita decisiva i cui esiti incideranno sugli equilibri, sui rapporti politici e sul futuro della nostra città.
Una città che inesorabilmente continua ad arretrare, lo dicono le statistiche nazionali.
Il 23 e 24 giugno i cittadini di Caltanissetta saremo chiamati al ballottaggio per eleggere (un soggetto, una faccia nuova) il nuovo Sindaco, che insieme alla Giunta e al Consiglio Comunale dovrà amministrare per cinque anni la nostra città.
Nonostante l’elevata disaffezione mostrata in più occasioni in questi ultimi quindici anni, il mio impegno sarà di ritornare a essere attivo e presente, come lo sono stato nel passato, riavvicinare i cittadini e soprattutto, la mia classe, i giovani, alla vita politica sensibilizzandoli sulle problematiche emergenti su tutto il nostro territorio, e in particolare ai miei coetanei rivolgo un appello: “Disfate la valigia allestita e riponetela nell’armadio, rimbocchiamoci le maniche, Caltanissetta è nostra ci appartiene e il domani siamo noi. Non cambiamo città, ma cambiamo la città”.
A mio modesto pare, la campagna elettorale per alcuni candidati non è stata improntata su delle proposte innovative da condividere con i cittadini, bensì su accuse ai precedenti amministratori degli ultimi anni, continuando con degli epiteti all’avversario candidato sindaco.
Lo sviluppo del nostro territorio potrà avvenire solo se riusciremo a renderlo sempre più un sistema sociale ed economico, basato sulla partecipazione attiva di tutti i cittadini.
Il Sindaco di Caltanissetta, non dovrà essere il primo cittadino, bensì uno degli oltre cinquantotto mila cittadini abitanti di questa città, contribuendo tutti a renderla più vivibile e più competitiva, come ha più volte sottolineato il candidato sindaco Tesauro, tutti quanti dobbiamo essere primi cittadini.
In un contesto sociale ed economico difficile il compito sarà arduo, ma con una amministrazione nei fatti e non nelle parole, con spirito di servizio, potrà assolverlo al meglio.
Questa è un’occasione storica, grandissima. È l’occasione unica in cui, attraverso l’impegno di tutti, possiamo cambiare finalmente la nostra città, scegliendo tra la mediocre sopravvivenza e il bisogno di vitalità.
Giovanni Falcone diceva:
“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando c’è da rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare c’è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.”
Ecco, c’è bisogno che la stragrande maggioranza la smetta di lamentarsi, capisca che questo prezzo l’abbiamo già pagato e faccia una scelta. Se stare nella linea della mediocrità, lasciando morire questa città, o se stare dalla parte di chi è disposto a credere che le cose possano cambiare, di chi è disposto ad alzare la testa, a metterci la faccia, a rimboccarsi le maniche, a mettere a disposizione il proprio impegno, il proprio entusiasmo e le proprie competenze in nome del bene comune, disposto a credere che ci possa essere un futuro migliore per noi giovani cambiando il presente.
C’è bisogno di una rivoluzione della normalità in cui i cittadini tornino a essere protagonisti, riappropriandosi della città.
In una città terremotata nel suo territorio, nell’economia, nell’amor proprio e nella dignità e identità, da parte del prossimo sindaco abbiamo bisogno di linee programmatiche per rilanciare una città più decorosa, più sicura e più vivibile, dell’arretratezza e del sotto sviluppo economico-sociale, d’investitori, delle piccole e medie imprese, dell’immigrazione e dell’emigrazione dei giovani, di lotta al lavoro nero, dell’evasione fiscale, di commercio, lavoro, politica sociale, ordine pubblico, scuole e territorio sicuri, ambiente, pubblica amministrazione, parcheggi, trasporti, patrimonio storico-artistico, turismo, sport, cultura ecc.
Di quanto sta accadendo nelle famiglie, nei commercianti, nei liberi professionisti, nelle piccole e medie imprese del nostro territorio nisseno, del grande disagio economico e sociale.
I due candidati Sindaco al ballottaggio, con le rispettive squadre di assessori qualificati (sic.), sono ben consci di quanto ha bisogno la città e dei tanti problemi che si devono affrontare?
Il nuovo Sindaco eletto è cosciente che la responsabilità che si assume oggi è grande?
È grande perché la città si attende risposte puntuali e concrete e una prospettiva alle speranze della comunità. Una fiducia cui bisogna rispondere con i fatti e dimostrare che un’altra politica è possibile, nel segno della sobrietà, del rispetto dell’avversario politico.
Una politica che si occupa delle persone rispettandone la libertà, che sa pensare in grande senza perdere di vista i piccoli problemi quotidiani.
Riflettere per un attimo sullo stato di salute della nostra città.
Poco utili, solo vuota retorica, i tour dell’ascolto o le officine di pensiero, o ancora cantieri d’idee. Questo fa parte del passato. Troppo il divario, da quanto è stato annunciato nei programmi a quanto poi si potrà realizzare, con profonda e legittima delusione dei cittadini.
Invece ora è il nostro tempo, questo è il momento della verità della concretezza e di una scelta di campo.
La sfida che oggi si affronta è decisiva, per la città, per la sua classe dirigente.
Il mondo cambia a una velocità di cui non ci si rende nemmeno conto. Ed è una velocità che scardina sistemi di pensiero e ideologie, che allargano i nostri orizzonti, che mettono in discussione cose che non erano mai state in discussione.
E‘ una velocità con cui bisogna fare i conti.
Perché fare i conti con i grandi cambiamenti, significa essere al passo con la storia, viaggiare al passo con i mutamenti sociali. Perché la competizione tra i territori è sempre più dura ed è sempre più difficile attrarre le risorse necessarie al nostro sviluppo.
Comprendere questo o meno, fa la differenza tra lo sviluppo e il declino di un territorio e tra l’adeguatezza e l’inadeguatezza di una classe dirigente.
È ormai tramontato il tempo delle vaghe speranze e dello spontaneismo, necessita una cultura innovativa.
Guidare l’innovazione significa governare e sostenere un cambiamento radicale. La sfida sarà principalmente su due fronti: garantire la crescita della qualità della vita ed essere all’altezza della competizione tra i territori.
Ricordo che, il prossimo 23 e 24 giugno, siamo chiamati tutti insieme a contribuire con la nostra scelta alle sfide che la città di Caltanissetta deve affrontare, legittimato dai cittadini attraverso il voto, per una politica vera e non di convenienza e una città innovativa, ora è il nostro tempo.