Salute

Palermo. Morti per amianto al cantiere navale: cassazione annulla assoluzioni

Redazione 3

Palermo. Morti per amianto al cantiere navale: cassazione annulla assoluzioni

Gio, 13/06/2024 - 09:48

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Processo da rifare per le morti per amianto al Cantiere navale di Palermo. La Corte di Cassazione ha annullato il verdetto della Corte d’Appello del capoluogo siciliano che aveva assolto gli imputati, condannati in primo grado, per la morte di 39 operai avvenuta per aver respirato fibre di amianto durante il loro lavoro presso lo stabilimento di Fincantieri di Palermo. Ora dovrà celebrarsi un nuovo processo di appello che dovrà prendere atto dei principi stabiliti dalla Cassazione. La decisione è arrivata nella serata di ieri. Per il segretario generale della Fiom Cgil Palermo e Sicilia, Francesco Foti “è stata fatta giustizia”. La Fiom e molti dei familiari delle vittime sono assistiti nel processo dall’avvocato Fabio Lanfranca, per il quale è stata “ristabilita la verità storica”. Dopo la condanna in primo grado, in appello era arrivata l’assoluzione per gli imputati, ritenendo cessata l’esposizione all’amianto presso lo stabilimento di Palermo all’inizio degli anni 80. “L’assoluzione era arrivata nonostante numerosissime testimonianze di operai del Cantiere navale e la ricostruzione effettuata dai periti attestassero il copioso impiego dell’amianto a Palermo almeno fino alla metà degli anni ’90”, spiegano dalla Fiom. La Cassazione, dunque, ha ritenuto errata la decisione della Corte di Appello di Palermo, annullando con rinvio la pronuncia assolutoria. “Anche questa volta è stata fatta giustizia – dice il segretario Fiom Francesco Foti – I lavoratori purtroppo non torneranno più in vita, ma oggi è stata data ragione a tutte queste morti e anche al sindacato, da sempre in prima linea in questa dura battaglia. E questo deve essere di monito perché, a parte l’amianto, continuano a esserci tre morti al giorno in Italia per infortuni sul lavoro legati alla mancanza di sicurezza, di dispositivi di protezione, di formazione adeguata e di leggi che realmente, in tempi brevi, facendo luce e chiarezza, condannino le imprese che non rispettano né i lavoratori né la sicurezza”. “Gli operai del Cantiere di Palermo sono morti non per un imprevedibile caso fortuito – sottolinea l’avvocato Lanfranca -, ma perché costretti per decenni dal loro datore a lavorare quotidianamente con l’amianto, senza alcuna protezione e senza aver ricevuto alcuna informazione sulla pericolosità del materiale che gli veniva fornito e che li ha uccisi lentamente”.