Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in una intervista al “Messaggero” ci tiene anzitutto a “ringraziare la presidente Meloni, i nostri tecnici stanno lavorando ad una soluzione che risponda alle indicazioni pervenute dal G7 concretizzando ulteriori misure di contrasto ai traffici di essere umani. Ovviamente sempre declinando le azioni attraverso l’approccio innovativo rappresentato dal Piano Mattei. Un po’ come abbiamo gia’ fatto in Unione europea, imponendo il tema al Consiglio. La riunione che presiedero’ con i colleghi di Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Canada Giappone si terra’ a ottobre – aggiunge -, e quindi traccera’ delle linee di cooperazione concreta, valorizzando la collaborazione tra le nostre forze di polizia. Un po’ come facciamo nella lotta contro le organizzazioni criminali transnazionali che si occupano di altri tipi di traffici. E lo faremo condividendo l’insegnamento del giudice Giovanni Falcone, quel follow the money (segui i soldi) che usa le indagini finanziarie per arrivare ai vertici delle organizzazioni criminali”.
Ma anche sottolineando “l’importanza della cosiddetta capacity building. Ovvero infittire la trama delle forze di sicurezza presenti nei Paesi di origine e transito. Un’azione di addestramento in buona sostanza, che permetta a questi Paesi non solo di aumentare la loro capacita’ investigativa ma pure, attraverso la fornitura di nuove dotazioni, di rinnovare la loro organizzazione interna”. L’allargamento del dossier migrazioni imposto al G7 potrebbe essere il trampolino di lancio per un nuovo impegno, anche statunitense, in Nord Africa: “Il nostro obiettivo resta quello di contrastare un fenomeno che e’ intollerabile, e di farlo attraverso un approccio, il Piano Mattei, che ha carattere generale e non predatorio. Tutto questo per dire che chiunque vorra’ adottare questo tipo di filosofia sara’ il benvenuto accanto a noi, in Nord Africa come nel Sahel”.
A G7 di Borgo Egnazia terminato, il bilancio sulla sicurezza e’ positivo: “E’ andato tutto molto bene sotto ogni punto di vista. Per quanto riguarda la cornice della sicurezza, sono state schierate sul campo circa 8 mila unita’, e devo dire che il coordinamento e la sintonia tra tutte le forze in campo ha funzionato benissimo. Non e’ mai scontato. Per di piu’ si e’ trattato di un evento particolare perche’ la sicurezza andava garantita non in una grande area metropolitana, come avviene di solito, ma in un’area piu’ ampia e difficile da controllare, con complessita’ logistiche non indifferenti. E’ stata una bella cartolina offerta al mondo”. C’e’ stato pero’ un neo. Nei giorni del G7 la nave che avrebbe dovuto ospitare molte delle forze di sicurezza messe in campo e’ stata sequestrata tra le polemiche per diversi malfunzionamenti: “Il comportamento del fornitore e’ all’attenzione delle autorita’. Faremo tutte le valutazioni del caso per capire cosa e’ andato storto”, conclude Piantedosi.