Salute

Migranti: in dieci morirono nella stiva di un barcone, fermati due scafisti

Redazione

Migranti: in dieci morirono nella stiva di un barcone, fermati due scafisti

Dom, 30/06/2024 - 09:36

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La polizia di Stato ha dato esecuzione a due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica di Agrigento e dalla Procura dei Minorenni di Palermo, nei confronti di due cittadini egiziani sbarcati a Lampedusa il 17 giugno, ritenuti responsabili di aver fatto entrare illegalmente nel territorio nazionale 54 migranti, prevalentemente di nazionalita’ pakistana e del Bangladesh.

Il tutto per trarne profitto anche indiretto, conducendo, governando e tracciando la rotta alla guida di un’imbarcazione inadatta ad effettuare tale traversata e in pessime condizioni di sicurezza, tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumita’, e cagionando la morte per asfissia, di dieci persone di nazionalita’ bengalese che si trovavano all’interno della stiva del natante, nonche’ lesioni ad altri migranti.

I fatti sono avvenuti nelle prime ore dello scorso 17 giugno quando, in acque internazionali, a circa 47 miglia nautiche a sud di Lampedusa, la nave Ong Nadir ha intercettato una barca in legno di circa 10 metri con a bordo 54 migranti e 10 salme presenti all’interno della stiva dell’imbarcazione. A bordo della motovedetta della locale Guardia Costiera i 54 migranti soccorsi sono stati trasferiti a Lampedusa, mentre l’imbarcazione intercettata con le 10 salme presenti in stiva e’ stata trainata, sino a Lampedusa, dalla Nave Ong Nadir.

L’attivita’ di indagine condotta presso l’Hotspot di Lampedusa dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento, attraverso l’audizione di tutti i migranti sbarcati, ha consentito di ricostruire le fasi della traversata in mare dalle coste libiche a quelle italiane, acquisendo altresi’ gravi elementi indiziari a carico dei due soggetti destinatari della misura restrittiva, i quali avrebbero condotto l’imbarcazione, tenendosi in contatto, al momento dell’imbarco, con i trafficanti che operano sulle coste di Zuhar.

In particolare, il minore avrebbe curato le operazioni di imbarco dei migranti, regolando l’ingresso e l’uscita degli stessi dalla stiva dell’imbarcazione. Il minore ha pure impedito l’uscita dalla stiva dei soggetti poi deceduti, anche minacciandoli con un coltello a serramanico. Inoltre, le medesime indagini hanno permesso di identificare compiutamente le 10 vittime giunte sull’isola.