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Il Caffè quotidiano cl: “Non chiamatelo centro-sinistra”

Tratto da: Il Caffè quotidiano cl

Il Caffè quotidiano cl: “Non chiamatelo centro-sinistra”

Mar, 18/06/2024 - 16:20

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Sta emergendo un equivoco di fondo, in questi giorni che precedono il ballottaggio: si tenta di accreditare una definizione degli schieramenti in campo come centro-destra (Tesauro candidato sindaco) e centro-sinistra (Petitto candidata sindaca), rifacendosi allo schema ormai classico di composizione degli schieramenti che vige a livello nazionale e regionale.
Per il centro-destra nulla da eccepire, i simboli dei partiti e dei movimenti ci sono tutti ed in più al primo turno si erano aggiunte due liste civiche (Giovanna Candura-Riprendiamo il cammino e Azzurri per Caltanissetta) chiaramente riconducibili, sin dalla denominazione, all’ambito del centro-destra.
Non si può dire altrettanto per l’altro raggruppamento, che ha riunito al primo turno sette liste civiche dalle denominazioni inedite e originali, escludendo per esplicita volontà della candidata sindaco qualsiasi simbolo di partito o riconducibile ad aree politiche identificabili, e sottolineando con decisione in più occasioni la propria volontà di non essere definibili “né di destra, né di sinistra, né di centro”, rifiutando quindi programmaticamente il posizionamento all’interno del quadro politico italiano e/o europeo come un limite, quando non un vulnus, alla propria legittimazione elettorale.


Sorprende oggi, a pochi giorni dal voto, il fiorire di messaggi, di post social e persino di appelli ufficiali, volti a chiedere agli elettori una scelta per uno schieramento di centro-sinistra, più o meno progressista, che sarebbe contrapposto al centro-destra per il voto del 23 e 24 giugno.
È chiaro che non basta la presenza di uno schieramento di centro-destra per definire automaticamente di centro-sinistra lo schieramento concorrente. Il centro-sinistra in Italia ha alcuni riferimenti politici precisi, che non si riscontrano affatto nella compagine che sostiene l’avv. Petitto: innanzitutto il Partito Democratico, dal quale la candidata-sindaco proveniva per formazione ed esposizione elettorale fino ad un anno e mezzo fa e dal quale è uscita per dare vita ad un proprio movimento insieme ad altri esponenti locali. Peraltro, in Consiglio Comunale non era stata eletta nella lista del PD, che non si era presentato con il proprio simbolo, ma in un altro raggruppamento.
Non c’è stata quindi negli ultimi 5 anni una presenza del PD nel Consiglio Comunale, le proposte e i contenuti che negli ultimi mesi sono stati resi pubblici hanno avuto una genesi politica che non si può dire abbia avuto ricadute istituzionali.


Il simbolo del PD è stato nettamente rifiutato come conditio sine qua non per partecipare allo schieramento elettorale e i suoi esponenti locali si sono riposizionati in diverse liste dai nomi fantasiosi, ed in maggior numero in una aggregazione, “Futura”, che sembra proporsi un itinerario di elaborazione programmatica in progress, non è chiaro se in affiancamento, in assimilazione o in inclusione rispetto allo stesso PD.
Non è presente nello schieramento Petitto neppure l’altro riferimento del centro-sinistra, l’Alleanza Verdi e Sinistra, che nel voto europeo ha conseguito un ottimo risultato ma non ha espresso candidature per le elezioni comunali né è intervenuta ufficialmente per schierarsi rispetto ai sindaci candidati.
Non sono presenti le altre formazioni di centro del cosiddetto “campo largo” del centro-sinistra: né Italia Viva (scomparsa dai radar in città da qualche tempo) né Azione (la cui coordinatrice è stata invece candidata in una delle liste pro-Tesauro) che ha scelto quindi sin dall’inizio di distanziarsi.
Il Movimento 5 Stelle ha dato vita allo schieramento che ha sostenuto la candidatura di Roberto Gambino e per il ballottaggio ha scelto di non apparentarsi con nessuno, rinunciando anche ad un eventuale premio di maggioranza.
Partendo da questi dati di fatto, che sono indiscutibili, non si comprende quindi perché si voglia accreditare una lettura dello scontro elettorale in termini di centro-destra Vs centro-sinistra, semplicemente perché il centro-sinistra non è stato e non è presente in questa competizione e quindi nessuno può legittimamente evocarlo, soprattutto chi lo ha deliberatamente respinto come orizzonte di riferimento, sbriciolandone la presenza in alcune delle proprie liste unicamente per sfruttare il consenso elettorale di alcuni dei suoi esponenti.
Peraltro, nella composizione della squadra degli assessori, si è irrobustita la presenza di esponenti di Forza Italia mentre dalla lista Futura sono stati scelti gli esponenti meno riconoscibili politicamente (e anche meno suffragati elettoralmente rispetto ad altri).
Se il centro-sinistra non lo si è voluto sin dall’inizio, non disdegnando peraltro toni sprezzanti o irridenti nella sua direzione, (scelta di cui non si discute peraltro l’assoluta legittimità), perché si cerca di riesumarne il fantasma, per giocare un ennesimo “effetto Fata Morgana” nei confronti degli elettori che si presume siano più lontani dal centro-destra e sfruttarne elettoralmente il potere evocativo?
Si sarebbe potuto, con maggiore onestà intellettuale, prima della definizione del ballottaggio, modificare il proprio programma integrandolo come la legge prevede, per caratterizzarlo efficacemente in direzione centro-sinistra, ma ci si è ben guardati dal farlo o dal prendere impegni cogenti in questo senso.


Si preferisce mandare avanti sui social un appello romantico a convergere, con un frettoloso copia-e-incolla di alcuni punti dal Manifesto per la Città dei Progressisti e Democratici, fuori tempo massimo e senza alcun pronunciamento da parte della candidata sindaco, per tentare di posizionarsi nel futuro Consiglio Comunale con una delega di rappresentanza politica che ne giustifichi l’autonomia rispetto ai diktat che finora si sono dovuti subire.
Naturalmente gli elettori sono liberi di scegliere di votare il candidato o la candidata che pensano meglio li possa rappresentare alla guida del governo cittadino, e sarebbe importante che tutti lo facessero, anche perché un sindaco eletto da meno della metà dei cittadini sarebbe portatore di una legittimazione assai fragile.
Ma, per favore, chiamiamo le cose con il loro nome, senza travestimenti strumentali dell’ultimo momento: il centro-sinistra in questo ballottaggio, semplicemente, non c’è (in parte anche per la scelta degli elettori) e non sarebbe eticamente corretto gabellare lucciole per lanterne, cambiando le carte in tavola in extremis, soltanto per arraffare consensi, a tutti i costi.