Sviluppato in Italia uno strumento di supporto alle decisioni cliniche basato anche sull’intelligenza artificiale, che aiuta i medici a decidere se e quando eseguire un trapianto di midollo in caso di diverse malattie e tumori del sangue. È il risultato dello studio pubblicati sul Journal of Clinical Oncology e condotto presso l’Humanitas di Milano.
Il trapianto di cellule staminali è l’unica terapia potenzialmente curativa per i pazienti con sindromi mielodisplastiche, malattie del sangue che comprendono forme estremamente indolenti accanto a rapide evoluzioni in una leucemia acuta. Individuare i pazienti a maggior rischio leucemico e prevedere il momento migliore per effettuare il trapianto è fondamentale per offrire strategie di cura efficaci. Lo strumento, ideato dai ricercatori guidati da Matteo Della Porta, responsabile Leucemie e mielodisplasie di Humanitas e docente di Ematologia presso Humanitas University, e da Francesca Ieva del Politecnico di Milano, rappresenta un passo avanti significativo nel campo della medicina personalizzata per i pazienti ematologici.
“Con il nostro modello – dice Porta – è possibile prevedere l’evoluzione della malattia di ciascun paziente con maggior precisione e suggerire il momento migliore per effettuare il trapianto”. Per realizzare lo strumento, gli esperti hanno analizzato una popolazione di oltre 7mila persone con sindromi mielodisplastiche, pazienti che sono stati seguiti in 26 istituti tra Europa e Stati Uniti.
“Il modello è stato validato anche su un campione indipendente di pazienti- afferma lo scienziato all’ANSA – ed è accurato”. I ricercatori hanno dimostrato che l’utilizzo del nuovo sistema aiuta le scelte terapeutiche: in particolare il 15% dei pazienti a cui oggi verrebbe effettuato il trapianto immediatamente, beneficerebbe di una procedura dilazionata, mentre il 19% dei pazienti a cui normalmente il trapianto verrebbe ritardato beneficerebbe al contrario di un intervento immediato. Lo strumento è in grado di individuare questi pazienti e orientare i medici: “basta inserire al suo interno le informazioni cliniche, molecolari e genetiche del singolo paziente e lo strumento, reso disponibile sul web a tutta la comunità scientifica, dà una risposta nel giro di pochissimi secondi”, conclude Della Porta.