Salute

Antibiotico resistenza, in Italia quasi la metà dei morti dell’intera Europa

Redazione

Antibiotico resistenza, in Italia quasi la metà dei morti dell’intera Europa

Mar, 16/04/2024 - 09:07

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Notiziario settimanale Sanità) Roma, 16 apr. – “Il problema dell’antibiotico resistenza è prioritario in termini di sanità pubblica. L’Italia è il Paese che paga il più alto tasso di letalità, con 11mila morti in Europa su 30mila che avvengono in questo Continente. Paga un tasso altissimo in termini di giornate di degenza che vengono occupate per l’antibiotico resistenza: più di nove milioni i giorni che vengono utilizzati a questo fine. Paga un tasso elevatissimo in termini di costi: più di 2 miliardi vengono spesi per l’antimicrobico resistenza”.

Lo ha spiegato all’agenzia Dire il professor Massimo Andreoni, clinica di Malattie Infettive Università Tor Vergata, Roma, a margine dell’evento ‘Una rete per la lotta alle antimicrobico resistenze’, ospitato al Centro congressi Roma Eventi Fontana di Trevi. “Evidentemente- ha proseguito- bisogna modificare questo tipo di andamento, dobbiamo mettere in atto tutte le misure per cercare di prevenire questo fenomeno. Oggi- ha concluso Andreoni- abbiamo parlato molto di quello che è l’utilizzo dei test diagnostici, soprattutto della diagnostica rapida, che permette il miglior utilizzo degli antibiotici, di dimettere prima i pazienti e di ridurre la circolazione di germi multiresistenti”.

COS’ È L’ANTIBIOTICO RESISTENZA – La resistenza agli antibiotici è quel fenomeno per cui un antibiotico non riesce più a neutralizzare i batteri che dovrebbe distruggere. Diverse le cause e i problemi connessi, come riporta il Ministero della Salute: Un uso eccessivo e/o non corretto di antibiotici, nel campo umano e veterinario, come anche in agricoltura, favorisce l’insorgenza e la diffusione di ceppi batterici resistenti a questi farmaci. Inoltre, in alcuni Paesi, la mancanza di accesso ad acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari e una prevenzione e un controllo inadeguati delle infezioni contribuiscono al fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

In particolare, l’abuso di antibiotici durante la pandemia di COVID-19 potrebbe aver ulteriormente peggiorato la situazione. Gli antibiotici non devono essere usati per prevenire o curare infezioni virali, in quanto inefficaci contro i virus, a meno che non siano presenti anche infezioni batteriche. L’antibiotico-resistenza è in aumento in molti Paesi, rendendo problematica la terapia di molte infezioni, ed è aggravata anche dalla mancanza di nuovi antibiotici in commercio o in fase di sperimentazione, che risultano efficaci nel trattamento di infezioni altrimenti incurabili.

Le infezioni causate da microrganismi resistenti, non rispondendo al trattamento standard, portano ad un prolungamento della malattia, all’insorgenza di possibili complicazioni e ad un maggiore rischio di morte. Riducendo l’efficacia del trattamento, inoltre, i pazienti rimangono contagiosi per un tempo più lungo, aumentando il rischio di diffondere microrganismi resistenti generando, quindi, possibili focolai epidemici. Le infezioni da batteri resistenti ai farmaci di prima linea devono essere trattate con terapie spesso più costose. Una più lunga durata della malattia e del trattamento, spesso in ospedale, aumenta i costi di assistenza sanitaria, nonché l’onere economico sulle famiglie e le società