Cronaca

Ordine degli ingegneri. A Caltanissetta la componente femminile è tra le più basse d’Italia

Cresce il numero di INGEGNERI iscritti all’Albo professionale: a inizio 2024 è stato registrato un saldo positivo rispetto all’anno precedente e e si è superata la soglia dei 250.000 iscritti, con un incremento dello 0,5%. Tuttavia l’albo professionale è un’opportunità ancora non del tutto apprezzata dai giovani laureati, dal momento che solo un laureato magistrale in discipline ingegneristiche su dieci formalizza la sua iscrizione all’Ordine. Inoltre, tra coloro che hanno conseguito l’abilitazione, due su tre non si iscrivono. E’ quanto emerge dal rapporto annuale reso pubblico dal Centro Studi del Consiglio nazionale degli INGEGNERI.

“I dati del rapporto del nostro Centro Studi- dice il presidente Cni Angelo Domenico Perrini- sono relativamente confortanti su una prospettiva di breve termine. Tuttavia, se guardiamo al futuro del sistema ordinistico, il fatto che ad un elevato numero di nuovi laureati nelle discipline ingegneristiche non corrisponda un altrettanto elevato incremento delle iscrizioni all’Albo rappresenta un problema”. Del resto, prosegue, “siamo di fronte ad un fenomeno che registriamo ormai da molti anni e che riguarda non solo il nostro albo, ma tutto il mondo delle professioni che, in questa fase storica, evidentemente risulta non sufficientemente attrattivo per i giovani”. Inoltre l’invecchiamento degli iscritti all’Albo, “indice di un insufficiente ricambio generazionale, obbliga il Consiglio nazionale a studiare nuove politiche e nuovi servizi per gli iscritti, con particolare attenzione alle esigenze dei giovani. Inoltre, è necessaria una riflessione sull’eventuale opportunità di ripensare la struttura dell’Albo per tornare a consentirgli di intercettare i giovani, anche prevedendo l’obbligatorietà di iscrizione per coloro i quali svolgono l’attività di ingegnere, a prescindere dal settore pubblico o privato”.

Il tutto “tenendo sempre presente il fatto che un ingegnere iscritto rappresenta una garanzia di sicurezza e qualità delle prestazioni professionali a beneficio della collettività”. Tra gli elementi che si ricavano dal rapporto, dice Giuseppe Maria Margiotta, consigliere segretario del Cni con delega al Centro Studi “c’è il fatto che gli studi in ingegneria continuano ad attrarre un numero assai elevato di giovani, risultando la prima scelta per numero di iscritti”. Il che “dimostra che la formazione in ingegneria risponde al meglio all’esigenza dei giovani di dotarsi di un titolo di studio spendibile nel mercato del lavoro”. Allo stesso tempo, però, “solo una minima parte si iscrive poi all’Albo” e la conseguenza è che, “in base agli ultimi dati, cala la quota di coloro che si sono iscritti all’Albo da meno di cinque anni (dal 14,8% al 14,5%), mentre quella relativa agli INGEGNERI con un’anzianità di iscrizione superiore ai 20 anni aumenta (il 42,3% contro il 40,3% del 2023)”. Margiotta dà anche una chiave di lettura: poco meno della metà degli iscritti lo sono da oltre venti anni, “laureati del vecchio ordinamento che potevano iscriversi a tutti e tre i settori dell’Albo. La divisione in settori dell’Albo, con la conseguente distribuzione degli INGEGNERI tra i tre settori in base alla propria specializzazione, ha dunque avviato un processo di progressivo allontanamento, soprattutto da parte degli INGEGNERI del settore industriale e, in misura ancora maggiore, di quelli del settore dell’informazione”. Il rapporto del Centro Studi vede, ad inizio 2024, un netto calo del numero di nuove iscrizioni (6.102, contro le 8.000 del 2022 e del 2023), mentre aumentano le cancellazioni (4.810 contro le 4.462 del 2023). Il saldo finale, dunque, è sì positivo ma solo dello +0,5%.

Degli oltre 250.000 iscritti, quelli della sezione A sono 237.196 (+0,3%), mentre quelli della sezione B sono 13.150. Gli INGEGNERI iuniores costituiscono appena il 5% di tutti gli iscritti all’Albo. La distribuzione territoriale degli iscritti resta praticamente immutata: circa il 41% degli iscritti appartiene ad un Ordine del Meridione, mentre poco più di un terzo è iscritto ad un Ordine provinciale del Nord Italia.

Un iscritto su cinque appartiene ad uno dei tre Ordini più grandi (Roma, Napoli e Milano), mentre una quota analoga è iscritta ad uno dei 55 Ordini più piccoli. In 35 Ordini il tasso di crescita del numero degli iscritti rispetto all’anno precedente è stato pari o superiore all’1%, con i valori più alti rilevati presso gli Ordini di Grosseto, Siracusa, Rimini, Caserta e Potenza (valori compresi tra il +2,4% e il 2,6%).

Passando alla composizione per genere, l’incremento degli iscritti all’Albo è merito soprattutto delle donne. Ad inizio 2024, infatti, esse costituiscono oltre il 17% del totale, contro il 91,1% del 2007. Un balzo in avanti notevole. Va notato come la “settorizzazione” dell’Albo, che sta lentamente concentrando gli iscritti quasi totalmente nel settore civile ed ambientale, contribuisce in misura notevole a questo fenomeno di progressiva “femminilizzazione” dell’Albo, considerato che i corsi di laurea e laurea magistrale del settore civile ed ambientale sono proprio quelli in cui la presenza femminile è più consistente.

L’Ordine di Ancona si conferma l’Ordine provinciale con la percentuale più alta di iscritte (26,6%), seguito dall’Ordine di Cagliari (26,4%) e da quello de L’Aquila (25,7%). Gli Ordini di Bolzano e di Caltanissetta risultano invece, ancora una volta, gli Ordini con la componente femminile più bassa, inferiore al 10%.

Per quanto riguarda la distribuzione tra i tre settori dell’Albo, la situazione resta praticamente invariata rispetto al 2023: l’88,3% degli INGEGNERI iscritti alla sezione A e il 60,7% degli INGEGNERI iuniores iscritti alla sezione B appartengono infatti al settore civile ed ambientale. Per quanto concerne gli iscritti della sezione A, il dato è tuttavia condizionato dalla presenza di oltre 140.000 iscritti del vecchio ordinamento che avevano la possibilità di iscriversi a tutti e tre i settori. Ma anche limitando l’osservazione ai soli INGEGNERI del nuovo ordinamento iscritti ad un solo settore, si rileva un ampio divario tra il civile ed ambientale e gli altri due settori: il 71% degli iscritti “monosettoriali” appartiene infatti al settore civile ed ambientale contro il 22% di quello industriale ed il 7% di quello dell’Informazione. Infine, l’età degli iscritti. L’Albo tende a concentrarsi verso le fasce d’età più anziane della popolazione. Continua ad aumentare la quota di iscritti con più di 65 anni (17% contro il 16,5% del 2023 e il 15,9% del 2022), mentre prosegue la flessione della quota di giovani con meno di 40 anni (22,5%, un punto percentuale in meno rispetto al 2023 e addirittura 4 punti in meno rispetto al 2019). A parziale conferma, aumenta il numero di INGEGNERI centenari o ultracentenari: ben 68 contro i 55 del 2023! Di conseguenza continua ad aumentare l’età media: 52,1 anni per gli iscritti alla sezione A e 43,5 anni per quelli della sezione B.

Fonte: Dire

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