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Messina Denaro, l’autista Giovanni Luppino condannato a 9 anni e tre mesi per favoreggiamento

AdnKronos

Messina Denaro, l’autista Giovanni Luppino condannato a 9 anni e tre mesi per favoreggiamento

Mer, 13/03/2024 - 18:31

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(Adnkronos) – L’autista di Matteo Messina Denaro, Giovanni Luppino, è stato condannato oggi a 9 anni e tre mesi di carcere. La sentenza è stata emessa dal gup di Palermo Cristina Lo Bue. La Procura aveva chiesto una condanna a 14 anni e 4 mesi. Luppino è stato arrestato con il boss Messina Denaro il 16 gennaio 2023 davanti la clinica La Maddalena di Palermo. Luppino è stato condannato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati, non è stato invece riconosciuto il reato di associazione mafiosa. L’imprenditore agricolo di Campobello di Mazara non avrebbe soltanto fatto da autista al boss latitante Matteo Messina Denaro. Secondo l’accusa, insieme ai suoi figli, si sarebbe occupato della latitanza del padrino e avrebbe anche chiesto il pizzo per suo conto ad alcuni imprenditori. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. Con l’accusa di essere i fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, sono stati arrestati oggi anche Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’imprenditore di Campobello di Mazara Giovanni Luppino. Entrambi sono indagati per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra. Secondo quanto scrive il gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare, i due fratelli “svolgevano l’affidabilissimo compito di ausilio al proprio padre”, arrestato subito dopo la cattura del boss. I Luppino, secondo il gip “in diverse tappe relative alla gestione del latitante fornivano un aiuto prezioso al capomafia per moversi e spostarsi sul territorio e quindi di svolgere una funzione essenziale per l’intera associazione mafiosa”. Per il gip i Luppino conoscevano “la vera identità” del capomafia e la loro “condotta ha in concreto agevolato l’associazione mafiosa operante nella provincia di Trapani, avendo consentito a Matteo Messina Denaro non soltanto di mantenere la sua latitanza ma, nel contempo, mediante la sua presenza nel territorio, di continuare a esercitare il ruolo direttivo dell’organizzazione mafiosa”. In particolare, i Luppino “assicuravano una sorta di ‘staffetta’ che serviva per fare “transitare” il boss allora latitante, a Campobello di Mazara nel trapanese “su luoghi notoriamente oggetto di eccezionali controlli delle forze dell’ordine”. “E’ evidente – scrive il gip – che l’utilizzo del mezzo commerciale di proprietà di Vincenzo Luppino rientrava nella complessiva strategia degli indagati per preservare la latitanza di Messina Denaro”. Nel giugno 2022 i due fratelli avrebbero avuto anche un ruolo importante nel trasferimento del latitante dall’abitazione di vicolo San Giovanni 260, cioè a pochi passi dalla loro abitazione, all’appartamento di via Cb 31, a Campobello di Mazara. La famiglia Luppino avrebbe aiutato il capomafia durante la sua latitanza anche per trovare le Sim per il telefono cellulare. Come emerge dall’inchiesta il 21 gennaio 2021 fu proprio Giovanni Luppino a fare attivare la Sim, rimasta inutilizzata fino all’8 aprile, poi inserita nel cellulare col quale il boss comunicava durante il ricovero alla clinica La Maddalena. Risultano “innumerevoli contatti tra l’utenza in uso a Vincenzo Luppino e l’utenza della clinica a Maddalena”, dove il boss fu operato per il tumore. Ma anche per le visite di controllo successive “vi è coincidenza rra le celle impegnate del telefono di Antonino Luppino e quelle impegnate dal telefono di Messina Denaro”, scrive il gip. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)