Si possono rilevare in termini filosofici le diversità che possono derivare nel tempo tra la dimensione del paesaggio-rurale e la città, nello specifico rapporto tra loro, che man mano sono documentati dalla storia, queste riflessioni è possibile ricavarli dagli scritti del filosofo Rosario Assunto, nato a Caltanissetta nel 1915, morto a Roma nel 1994.
Quest’anno ricorre il 30° anniversario della scomparsa del filosofo ed il Maestro Francesco Guadagnuolo, anche lui nisseno, che vive nella Capitale, ha realizzato una collezione di 10 opere pittoriche sulle bellezze delle città siciliane nominandole: “Le Città del silenzio e dell’ascolto”- in memoria di Rosario Assunto, includendo tra le 10 città della Sicilia, Caltanissetta. Il progetto di Guadagnuolo si articola nella forma, nella vita e nei centri abitati, passando a esaminare paesaggi e città della Sicilia sforzandoci di comprendere i cambiamenti nel settore rurale e urbano, attraverso l’indagine della connessione campagna-città. L’artista mette in luce la Sicilia remota, tracciata come scenario della mente, a testimoniare una Cultura valente atta a sostenere competenze degne di comportamenti esistenziali, ciò offre il completarsi degli spazi con le espressioni artistiche cittadine. Contrariamente nell’era attuale viene spesso obiettata la nuova urbanistica, diventando più volte opera di disfacimento e degradazione, mancando di un vero progetto territoriale, si perde ogni identità storica.
Guadagnuolo, artista in continuo movimento, elabora
concetti metafisici, dove fa sentire la presenza-esistenza dell’uomo anche se
non sempre appare. In queste opere sulle città siciliane prevalgono il
paesaggio silente e sagome architettoniche nell’infinito spazio metafisico, dalle
parvenze enigmatiche con inconsueti tocchi cromatici.
Le città si connettono col paesaggio e il paesaggio con le città,i due intenti non si respingono ma s’incrementano secondo Rosario Assunto. Pertanto, è in esso che si sviluppa l’operosità del genere umano, è da esso che l’individuo pianifica la propria vita lavorativa. A suggerirci questa lettura è il M° Francesco Guadagnuolo, attraverso la sua recente opera pittorica: “Caltanissetta città metafisica del silenzio e dell’ascolto”. L’artista dipingendo la Piazza Garibaldi, il centro storico di Caltanissetta, si concentra sulla bellezza della Cattedrale di Santa Maria La Nova, illuminata da una luce spirituale, luogo centrale del passato, con il simbolo del cavallo, che rende una continuità tra la realtà rurale e il nostro presente. La Piazza Garibaldi un tempo era argomento di riferimento per la vita rurale e cittadina, pur rimasta pervasa di storia e meraviglia, oggi la Cattedrale è rimasta solo a testimoniare il culto religioso della collettività nissena. All’esterno dei palazzi è come se ci fossero delle luci che brillano, sono nebbiose reminiscenze dell’antica natura rurale che si fondono con l’architettura. Non è certo un caso che dell’arte di Guadagnuolo si sia occupato Rosario Assunto, seguendo il suo lavoro artistico per circa 16 anni fino alla sua scomparsa, vedendo nelle sue opere un’armonia a lui tanto cara: arte e poesia, arte e natura, arte e vita, che lo porteranno ad essere valutato come uno degli artisti italiani più apprezzati.
Bellezza e pregio
Secondo il pensiero di Assunto: gli edifici, costruiti in tempi storici differenti, si presentano tali poiché sono stati idonei di una costanza vissuta «dalla quale il passato s’irradia avvalorando il nostro presente». L’analisi della circostanza etica ed estetica della vita corrente rappresenta l’elemento caratterizzante del pensiero assuntiano, la cui posizione negli accostamenti della nostra epoca appare abbastanza scettica. Sebbene ci sia il rimpianto per le strutture urbane e paesaggistiche del passato e l’ostilità con cui delinea i fabbricati attuali, di fatto, Assunto non accosta la bellezza nel riguardo di regole o armonie originarie dell’antico, ma associa l’adempimento della creazione a dei pregi esteriori in ambito estetico, come la libertà e il piacere che può provare l’essere umano immerso nella città nell’“amore nei confronti della vita”. Ciò pone Assunto filosofo e Guadagnuolo artista all’amore per Caltanissetta, la loro città di origine. L’artista la interpreta pittoricamente senza tempo con una luce metafisica che va oltre la realtà. ‘Un non tempo’ che sembra racchiudere la storia nello smarrimento del silenzio che diventa luce. É il passato che incontra il presente nella storica piazza Garibaldi che fortunatamente è rimasta quasi inalterata, dove il territorio si combina con le forme architettoniche della Chiesa e dei palazzi. Queste definizioni percepiscono una riflessione che impegna esteriorità di coinvolgimento per un’analisi del silenzio e l’ascolto della città.
Senza il silenzio non ci sarebbe l’ascolto
Infatti, per il filosofo Assunto lo spazio della città, così come quello paesaggistico, non è solo visuale, ma è anche acustico, per questo l’ascolto, più di tutto quello “involontario e perciò tanto più condizionante” si addentra nella città al medesimo modo della visione derivante dalla consapevolezza interdisciplinare dello spazio urbano. Differentemente succede quando ammiriamo un’opera d’arte, in questo caso saremo “spettatori frontali”. Invece vivendo la città diventiamo oltre che spettatori, attori che vivono l’ammirazione dello spazio architettonico.
La città non è nello spazio è esso stesso lo spazio
La Caltanissetta di Assunto e quella di Guadagnuolo si combinano in un tutt’uno, è come se il silenzio avanzi e risiedesse in un tempo immobile che va oltre lo spazio esteriore. Guadagnuolo fa vedere Piazza Garibaldi, un ambiente divenuto oggi quasi estraniante, in un diverso paesaggio urbano di doloroso e commovente spaesamento, di là del raffigurato in senso filosofico che diviene natura interpretativa dell’essere. L’essere è passato ed è anche futuro, i quali sussistono ambedue nel presente, composto di condizione che erompono dalle materialità avvenute.
Un viaggio nel tempo, che diventa quasi piazza dell’utopia. Siamo in uno spazio aperto, un centro spopolato dai residenti che riceve una luce metafisica da un tempo remoto ricco di memoria. Guadagnuolo con la sua opera (ne fa ricordo nel giorno della nascita del grande filosofo Rosario Assunto il 28 marzo), si fa specchio flemmatico impietoso della realtà o meglio transrealtà dell’arco vitale che implica l’essere umano tra passato e presente, per porsi di fronte a quale futuro?