CALTANISSETTA. “Anche questa Volta diciamo basta!”: questo il titolo dell’evento che, svoltosi il 28 febbraio presso la sala biblioteca dell’I.I.S. “A. Volta”, ha certamente rappresentato l’attività più significativa tra quelle previste quest’anno sul bullismo e sul cyberbullismo, coordinate dalle professoresse Alessandra Giunta ed Ernesta Musca, rispettivamente docenti di diritto e di materie letterarie. Diverse le peculiarità dell’incontro, ideato dalle due docenti coordinatrici con il Dirigente Vito Parisi, sempre fermamente convinto della necessità di “non abbassare mai la guardia” su tutti quei problemi che possano ostacolare il benessere scolastico degli studenti.
La prima peculiarità è stata la presenza di ben cinque relatori, esperti a vario titolo del fenomeno del bullismo: il Questore dott.ssa Pinuccia Albertina Agnello, il dott. Massimiliano Carrubba Sostituto Commissario della Polizia di Stato, le dott.sse Milena Avenia, pedagogista dell’A.S.P. di Caltanissetta, e Cettina Mannino, referente regionale della Fondazione “Carolina”, e infine il sig. Paolo Picchio, Presidente onorario della Fondazione “Carolina”, nonchè padre dell’adolescente, a cui è intitolata l’omonima fondazione, vittima di un tragico caso di cyberbullismo, a causa del quale Carolina si è suicidata a soli 14 anni. Tutti e cinque, ciascuno in base al proprio ruolo o professione, hanno offerto una visione globale di quella che, nell’era “post covid”, è certamente diventata l’emergenza educativa dai risvolti più drammatici: il Questore Agnello ha illustrato il ruolo delle Istituzioni statali e in particolare della Questura nella lotta contro il bullismo, aggiungendo anche spunti di riflessione derivati dalla propria esperienza di genitore. Il Questore ha auspicato che tutte le scuole si occupino del fenomeno, coinvolgendo le famiglie, spesso ignare delle azioni dei figli, ed educando gli adolescenti all’uso responsabile del web e in particolare dei social.
A seguire il dott. Carrubba ha incentrato il proprio intervento sulla propria attività professionale, in base alla quale risultano allarmanti le percentuali di bullismo e soprattutto di cyberbullismo, ma di contro poche sono ancora le denunce sporte dalle vittime, segno di profonde carenze culturali. Parimenti allarmanti sia l’abbassamento dell’età media di bulli, individuati già alla scuola media inferiore,sia il profilo delle vittime, spesso costituite da ragazzi disabili o con punti di debolezza fisici o psicologici. A seguito dei vari lockdown dovuti al covid, sono inoltre aumentati notevolmente i casi dicyberbullismo, resi ancora più perniciosi dal silenzio delle vittime umiliate e terrorizzate dai bulli. Ne deriva, ha sottolineato il dott. Carrubba, l’urgenza di far comprendere alle vittime e alle famiglie la necessità di denunciare tempestivamente le violenze e i soprusi subiti, condividendo la sofferenza, cercando la collaborazione e il sostegno della scuola e delle Forze dell’Ordine.
In qualità di esperta digitale, è stata la dott.ssa Mannino ad approfondire poi i rischi connessi all’uso del web,rischi a cui sono esposti specialmente i minorenni, anche di età infantile. L’incremento dei reati informatici è anche da imputare, ha sottolineato la dottoressa, all’assenza dei genitori e degli adulti o alla loro incompetenza tecnologica, che risalta maggiormente con la disinvolta padronanza delle nuove generazioni di “nativi digitali”. La dottoressa ha poi presentato la Fondazione “Carolina” e il sig. Paolo Picchio, la cui testimonianza è stata particolarmente toccante: con tono semplice e colloquiale, il papà di Carolina ha ricordato la figlia, quattordicenne socievole e amante della vita, rievocando le tragiche circostanze del suicidio ed in particolare la lettera lasciata da Carolina, dalla quale è stata estrapolata la frase divenuta poi slogan della fondazione :“Le parole fanno più male delle botte”. Il signor Picchio ha spiegato come lui sia riuscito a trasformare il dolore devastante per la perdita della figlia in motivazione per agire concretamente nella lotta contro il bullismo,chiamando in causa i genitori e gli insegnanti, illustrando i rischi connessi all’uso sconsiderato dei social, ribadendo la necessità e l’urgenza di “insegnare l’affettività e l’empatia”, di dialogare costantemente con i giovani, mirando ad un cambiamento culturale che eviti il ripetersi di tragedie come quella che ha distrutto la vita di Carolina.
Successivamente la dott.ssa Avenia ha tracciato il profilo psicologico degli odierni adolescenti, per poi spiegare quella che certamente costituisce il secondo aspetto notevole del percorso antibullismo attivato al “Volta”: il fondamentale contributo dei “peer tutors”, ovvero di un gruppo di studenti delle classi terze che, dopo un iter di formazione, hanno assunto il ruolo di educatori dei compagni più giovani, recandosi nelle classi prime per sensibilizzarle sul bullismo. La dottoressa ha dunque illustrato le fasi salienti del progetto, i punti di forza, quali il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli studenti, l’efficacia formativa delle attività, rese possibili da un intenso lavoro di organizzazione e coordinamento. Apprezzatissime in proposito le testimonianze di due studenti che hanno condiviso la loro esperienza, dichiarandosi pronti a rifarla, avendo compreso l’importanza e le concrete potenzialità del loro ruolo di “peer tutor”
Ultimo aspetto notevole, ma parimenti importante del progetto è stato indubbiamente il coinvolgimento delle famiglie, invitate a partecipare all’incontro per condividere un momento di dialogo e di confronto sull’educazione dei figli adolescenti; numerosi i genitori presenti a cui il Dirigente, dopo aver ringraziato i relatori intervenuti, si è rivolto sia nel saluto di apertura dell’incontro sia in quello di chiusura, ribadendo in entrambi la necessità di educare all’uso delle parole, per una comunicazione empatica e costruttiva. Anche le docenti Musca e Giunta hanno espresso parole di profonda gratitudine per i relatori, sottolineando come la lotta al bullismo sia un autentico “lavoro di squadra”, che deve coinvolgere la comunità educante, la famiglia, la scuola e le Istituzioni, tutte rappresentate e presenti all’evento.
A completamento dell’attività, le due docenti e il Dirigente hanno previsto un incontro appositamente destinato alle classi prime, già destinatarie del “peer tutoring” degli studenti delle terze: all’incontro, svoltosi mercoledì 28 febbraio, hanno partecipato circa duecento studenti che, in religioso silenzio, sono stai molto colpiti dalla storia di Carolina Picchio, che il padre Paolo ha raccontato con tangibile emozione. Molto apprezzato anche l’intervento della dottoressa Mannino, la quale ha illustrato le finalità della Fondazione “Carolina”, per poi soffermarsi sull’uso responsabile della comunicazione digitale, citando casi concreti, che hanno catturato l’attenzione degli studenti.
Due giorni dunque di profonda riflessione sui temi del bullismo e del cyberbullismo, frutto di un intenso lavoro di preparazione e coordinamento, che incentra l’azione educativa sugli studenti e sui loro bisogni formativi.