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Il nisseno Aldo Rapè e il suo “Cuore nero” al primo anniversario della tragedia di Cutro

“Una luce dagli abissi” è il titolo scelto per un evento che commemora la tragedia di Cutro al primo anniversario dal naufragio nel quale sono morti almeno 94 dei circa 180 migranti presenti nel barcone.

All’evento, che si terrà il prossimo lunedì mattina, 26 febbraio 2024, al Cinema Sole di Grumo Nevano, in provincia di Napoli, è stato invitato a partecipare il regista e attore nisseno Aldo Rapè con il suo cortometraggio “Cuore Nero”.

Saranno presenti anche la dirigente scolastica del Liceo Giordano Bruno Maria Maria Luisa Buono, l’assessore alla scuola, politiche sociali e giovanili della Regione Campania Lucia Fortini, l’autore del libro “La guerra invisibile” Maurizio Pagliasotti, il giornalista Vincenzo Montalcini che sarà presente in collegamento dalla spiaggia di steccato di Cutro, la docente dell’università per stranieri di Perugia Angela Sagnella, l’artista autore dell’opera “Una luce dagli abissi” Alfonso Ruggieri.

Il regista parlerà del suo cortometraggio, della durata di 16 minuti, nel quale si racconta la storia di un pescatore, soprannominato proprio “Cuorenero”, che in una tranquilla ed assolata giornata di pesca, mentre si trova in mezzo al mare, si imbatte in alcuni pesci particolari: una donna di colore e poi tanti naufraghi.

Protagonisti di questo film drammatico, prodotto da Salvatore Saporito, sono Aldo Rapè, Samia e Nadia Kbouit.

“Cutro rappresenta una strage senza fine, la strage dell’umanità perduta, una delle tante, troppe – ha commentato il regista -. A Grumo Nevano ci saremo con il nostro film Cuorenero. Per quel che può servire”.

Nonostante il corto sia stato relizzato nel 2011, questa storia è tragicamente ancora molto attuale e rievoca i “viaggi della speranza” in barconi improvvisati che partono da una costa africana senza alcuna certezza di un arrivo sicuro nelle coste europee.

Una narrazione che aderisce con quella avvenuta a Cutro e che mostra come, dopo oltre 10 anni, poco o nulla è ancora cambiato. Il Mediterraneo resta ancora luogo di incontro e scontro tra culture, un tragitto denso di profonde speranze, un ponte pericoloso se il biglietto di viaggio viene staccato da chi mira ad accumulare soldi senza preoccuparsi se, nel tragitto, si perdono vite umane.

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