Siamo veramente sicuri che quello che sembra è ciò che in origine voleva essere? Qual è la vera origine dei cognomi?
Se quelli relativi a un luogo geografico (come ad esempio “Tedesco”, “Francese” o “Russo”) possono realmente rimandare a una persona originaria di quel luogo, per altri cognomi l’origine potrebbe in realtà derivare da una forma dialettale o modo di dire tipico della lingua orale che significa qualcosa di completamente diverso.
E navigando sul web si vanno a ritrovare curiose origini che richiamano quasi tutta l’Italia.
Ecco alcuni esempi.
Il siciliano Infortuna viene da Fortuna e In- segnala solo l’ingresso nella famiglia.
Puzzo non è un presente indicativo, ma un diminutivo di Jacopo o Filippo (Jaco-puzzo, Filip-puzzo), anche se delle volte deriva dal termine “pozzo”. .
Il cognome Prolunghi significa pra’ lungo, cioè “prato lungo”.
Fai è la riduzione, in Veneto, di Bonfado cioè “benfatto”.
Gelato non è un participio passato, ma viene addirittura dal medievale Diolaiuti.
Cucino non è ciò fa il cuoco, ma vale “cugino” (come Cucinotta = Cuginotta).
Ancora, Tocco non è neppure un soprannome per “scemo”, ma deriva dalla località pescarese Tocco da Casauria.
Vinco è l’italianizzazione dell’antico tedesco Vink “fringuello”.
Il ligure Traverso viene da un soprannome per ‘tarchiato, largo di spalle”, oppure ‘“guercio, strabico” e “ostile”.
Infine Muoio non è un grido di disperazione, ma un cognome salernitano che segnala provenienza da Moio della Civitella, un paesotto nei dintorni, secondo la dizione dialettale.