politica

“Comunque vada sarà un successo”, vale anche per Caltanissetta?

“Comunque vada sarà un successo”
Questa frase, pronunciata al Festival di Sanremo nel 1997 da Piero Chiambretti è ormai di uso comune…anche se non è detto che sia sempre così.
Comunque vadano le elezioni e chiunque verrà eletto, non è detto infatti che sarà un successo. Ovviamente si spera lo sia, ma chiunque verrà eletto, sia esso/a sindaco, consigliere o assessore nominato, dovrà farsi carico, tra le tante altre problematiche da affrontare, di ridare un senso alla tanto usata, alcune volte abusata, parola “Rinascita”.
Questo sostantivo indica un nuovo corso, un manifestarsi di una nuova forma di attività. Sta di fatto che da decenni, durante i quali si sono succedute varie amministrazioni, tutte politicamente diverse, non c’è stata campagna elettorale che non abbia sentito pronunciare questa parola, facendo sperare, meglio illudere, i cittadini, che in maniera più o meno inconsciamente, hanno votato chi la adoperava.
Oggi però è lontana da venire.


Siamo infatti nel 2024 e rimaniamo, ahimè, sempre in fondo a tutte le classifiche, quelle che annualmente vengono pubblicate dal Sole 24 Ore. Se, così come avviene nel calcio, si retrocedesse, saremmo stati già da anni “retrocessi” a paese di provincia, altro che capoluogo, e nessuno potrebbe obiettare, tranne chi, in buona o cattiva fede o per eccesso di ottimismo, sostiene il contrario.
In città negli anni, complice anche una crisi economica globale, abbiamo visto partire tanti giovani per andare a studiare e tante famiglie in cerca di una migliore occupazione. Abbiamo assistito a tantissime chiusure di attività commerciali, uffici pubblici, aziende, sportelli bancari. La stessa Banca d’Italia, che per ricordarci il bel tempo di una città che fu, ci ha lasciato in bella vista ed in quel centro, che tanti vorrebbero veder tornare agli antichi splendori, un palazzo che ancora oggi non si riesce a dargli un senso. Poteva rinascere con il progetto Reboot, ma sappiano bene come siano stati bravi a farsi ritenere “non idonei” ben 5 progetti perdendo ben 60 Milioni, utili alla rinascita, ma questa è un’altra storia…triste.
Caltanissetta vive prevalentemente di pubblico impiego e pensionati, ci sono fortunatamente delle piccole-medie imprese, non certo grossi gruppi industriali, non ha neanche il mare, che potrebbe favorire il turismo estivo; ha sicuramente un buon patrimonio artistico/culturale, anche se è prevalentemente a vantaggio degli indigeni e di pochi turisti, di passaggio, ma che comunque, ad oggi, non potrebbe assicurare un flusso tale da consentire la rinascita della città, insomma non siamo una città d’arte.

Abbiamo anche l’Antenna Rai, ma, dopo un “accordo di massima”, nulla si è più saputo, anche perchè bisognerebbe capire cosa farne e soprattutto come e con quali soldi.
Abbiamo però un altro piccolo/grande patrimonio da salvaguardare e sviluppare. La nostra città, sfortunatamente, anni fa perse, diciamo così, la possibilità di avere un proprio Ateneo e in alternativa nacque il Consorzio Universitario che, grazie alla convenzione con Unipa, ha promosso in città negli anni diversi corsi di Laurea. Sappiamo bene che l’avere un’Università è una ricchezza ed anche un riferimento importante che può, se ben organizzata e gestita, costituire un volano per contribuire alla crescita civile, culturale, economica e sociale del nostro territorio. Non scopriamo l’acqua calda se diciamo che l’indotto che crea può veramente contribuire se non costituire un’immediata rinascita. A differenza di tanti altri validi progetti, che hanno comunque bisogno di una tempistica lunga prima di produrre effetti positivi, l’incremento dei corsi universitari darebbe vantaggi immediati, al limite dopo uno o due anni al massimo. Per istituire nuove facoltà servono locali idonei, che in città non mancano di certo, forse manca la giusta volontà nel reperirli o nel metterli a disposizione. Da non dimenticare l’ex Ospedale Vitt. Emanuele, occupato dal luglio 2023 “momentaneamente”, almeno si spera, dall’Asp e, che prima o poi, dovrà essere restituito e destinato a sede universitaria.
Lo Statuto del Consorzio ha cinque soci, Comune, Asp, Cefpas, Provincia e Camera di Commercio, e prevede la possibilità di convenzionarsi con qualsiasi Ateneo, soggetti pubblici e privati, al fine di fornire facoltà, corsi e scuole di specializzazione, centri di ricerca e di formazione.
E volendo andare anche oltre, non va dimenticato che lo stesso Consorzio Universitario, nel dicembre scorso, si fece promotore di un incontro con il Presidente Schifani, il Rettore Midiri ed altri, dove si parlò, oltre all’incremento delle facoltà, anche della possibilità di portare a Caltanissetta il Quarto Policlinico.
Non disperdiamo quello che potrebbe fornire immediatamente ossigeno all’asfittica economia locale, ci si attivi per far partire questo volano, evitando di guardare oltre i nostri confini e favorendo altri.
Cari candidati, che ne dite lo mettiamo in moto ?
Ad Maiora

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