Sembra un capitolo di “Cuore” di Edmondo De Amicis.
Invece, è una storia vera (e moderna per l’implicazione della tecnologia) che arriva da Verona e che ha come protagonista una 55enne vicentina di nascita, diventata cieca per una grave malattia, e il suo piccolo vicino di casa, Erik, 10 anni, di origine albanese. A unirli la passione per i libri e la letteratura. Così, se una volta era Paola a regalare e leggere volumi al bimbo che ha visto crescere, ora è lui che via Whatsapp le invia i capitoli letti, dal momento che lei non può più farlo. A raccontare per prima questa vicenda dal sapore fiabesco è stata L’Arena.
Questa è quasi una storia da ‘Libro cuore’, – conferma Paola Tondo su L’Arena – e la vorrei rendere nota per testimoniare la bontà inaspettata che si può incontrare accanto a sé, nonostante i brutti fatti che ogni giorno avvengono nel mondo”. Ed è così che la 55enne ipovedente racconta di questa amicizia che va al di là della disabilità, delle differenze generazionali e di nazionalità.
“Tutto è cominciato – ricorda a L’Arena – perché, con la famiglia di Erik, siamo stati dirimpettai fino a qualche tempo fa. Il bambino è nato quando io ho scoperto la mia malattia rara e ho saputo che avrei progressivamente perso la vista. È stato un momento molto duro, ma confortato dalla bella amicizia sbocciata fra me e i suoi genitori. Persone di diversa origine e religione, ma semplici, aperte e sensibili. Ci aiutavamo reciprocamente, come potevamo. Loro mi davano una mano per le incombenze quotidiane; io intrattenevo e giocavo con il bimbo. È diventato quasi un figlio, per me, che non ne ho di miei”.
Erik, che oggi frequenta la quinta elementare, stando alla descrizione che ne fa la sua vicina, ha sempre dimostrato “una spiccata intelligenza, molta curiosità e un’indole empatica e generosa. Così ho iniziato a regalargli libri adatti alla sua età e a leggerglieli, finché ho potuto: ironia della sorte, ero una lettrice volontaria di audiolibri per persone ipovedenti. Adesso è Erik che li legge a me”.
Un giorno, infatti, le arriva un vocale su Whatsapp proprio da Erik: è la lettura del primo capitolo di un libro che gli aveva regalato, “Il piccolo alpino”, scritto nel 1926 da Salvatore Gotta. “È stata una cosa bellissima, pervasa di umanità – commenta la 55enne. – Anche ieri mi ha inviato un altro capitolo vocale, nonostante io gli avessi detto di non preoccuparsi di me, e di badare alla scuola e al gioco”.