“La violenza, anche ‘solo’ verbale, sui social è una vera e propria emergenza democratica, ciò che rischia di rendere la rete lo spazio elettivo non già per la promozione dei diritti e delle libertà ma, al contrario, per la loro violazione”.
Dopo il suicidio di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, il Garante della privacy, Pasquale Stanzione, parla dei rischi del web e delle possibili soluzioni in un’intervista a Il Messaggero.
“Il diritto può sanzionare, può attenuare il danno, ad esempio con la rimozione dei contenuti illeciti, può anche in certa misura prevenire con la deterrenza, ma di fronte a fenomeni così pervasivi e rilevanti è necessario un mutamento culturale – prosegue – Bisogna anzitutto educare: alla rete, alla relazione e alla relazione in rete, che ha delle sue caratteristiche peculiari”. Parlando delle soluzioni da mettere in campo per cercare di rendere i social più sicuri Stanzione spiega che “di fronte a fenomeni di tale complessità è necessario un approccio integrato, che coniughi norme, pedagogia, sensibilizzazione culturale. Una soluzione utile potrebbe intanto essere l’introduzione, proposta nella scorsa legislatura – precisa -, di una procedura speciale per la rimozione, da parte del Garante, di contenuti istigativi ad atti suicidari o autolesionisti, così da ridurne il potenziale diffusivo. Si pensi all’esito fatale di certe challenge”.
“Le vittime elettive di un uso violento della rete sono generalmente i soggetti più fragili, per condizione sociale o personale, generalmente privi delle risorse, anzitutto psicologiche e culturali, necessarie ad affrontare il trauma della ‘gogna’ del web – conclude il garante – È significativo che l’ordinamento accordi una tutela rafforzata, anche sotto questo profilo, ai minori, la cui personalità, ancora in formazione, può subire i danni maggiori dall’uso distorto della rete”.