“In Sicilia, nel prossimo anno scolastico non saranno più presenti, ovvero non godranno più dell’autonomia, 75 Istituti Scolastici: la provincia di Palermo ne perderà 17, Catania 14, Siracusa 8, Trapani 8, Agrigento 7, Messina 7, Ragusa 6, Caltanissetta 5, Enna 3″. E’ quanto si legge in una nota dei Cobas – Comitati di Base della Scuola, coordinamento regionale siciliano. “Inizialmente – prosegue la nota – si era parlato di 93 Istituti, ma, se consideriamo che nell’anno scolastico 2025/26 verranno ‘tagliate’ altre 23 scuole (almeno sinora), il dato complessivo sfiora le cento unità. Tutto ciò è la conseguenza di parametri ministeriali iniqui, previsti dalla Legge di Bilancio 2023, che producono un inaccettabile attacco al diritto costituzionale all’istruzione. Dopo gli anni della pandemia ci saremmo aspettati investimenti straordinari nella scuola per recuperare quanto perduto, in termini di relazioni sociali e di acquisizioni didattiche, purtroppo le scelte dell’attuale governo vanno nella direzione opposta. Strutture inadeguate, talvolta fatiscenti, e classi pollaio continueranno, infatti, a caratterizzare le nostre scuole. Inoltre, l’accorpamento degli Istituti ne renderà ancora più complessa la gestione, anche dal punto di vista amministrativo. Con una media (a Palermo e Catania) di circa 1.000 allieve/i per scuola sarà, infatti, decisamente complicato sviluppare percorsi didattico-educativi coerenti e in grado di rispondere alle esigenze individuali di crescita di alunne e alunni. Ancora, peggioreranno i servizi per le famiglie, sarà incrementato il pendolarismo, si perderanno posti di lavoro, crescerà la dispersione scolastica, che oggi fa della nostra regione la ‘maglia nera’ del Paese. Chiediamo perciò una revisione dei parametri ministeriali, un impegno, concreto e immediato, da parte dei responsabili politici regionali e dei sindaci per congelare qualsiasi taglio e per proteggere il futuro educativo dei nostri territori”. (ITALPRESS).