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Rassegna stampa. Caltanissetta, notaio ed ex badante a processo: 70mila euro ‘evaporati’ dal conto di un’anziana

Redazione

Rassegna stampa. Caltanissetta, notaio ed ex badante a processo: 70mila euro ‘evaporati’ dal conto di un’anziana

Mar, 16/01/2024 - 11:03

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È accusato di averle svuotato il conto. Contestazione che pende su un professionista e la ex badante dell’anziana che sarebbe stata spogliata dei soldi. Poco meno di una settantina di migliaia di euro quelli “evaporati”. Questo il leitmotiv del processo istruito a carico di un notissimo notaio nisseno (assistito dagli avvocati Francesco e Giuseppe Panepinto) e di una cinquantasettenne (avvocati Giuseppe Dacquì e Aristide Galliano), badante di una ultranovantenne originaria di Casteltermini, poi deceduta. Era il 2017 quando si è spenta alla veneranda età di 95 anni. E adesso, una sua familiare (assistita dall’avvocato Francesco Ruggieri) è parte civile nel procedimento che ne è derivato.

Peculato continuato in concorso l’ipotesi di reato che la procura, attraverso il pm Chiara Benfante, ha contestato ai due, ora chiamati al cospetto del tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo. L’indagine che poi ha trascinato il pubblico ufficiale e la donna – che proprio grazie al suo interessamento sarebbe divenuta badante dell’anziana – è partita otto anni fa sull’onda della denuncia presentata proprio dall’ultranovantenne che sarebbe stata truffata. Poi altra linfa è arrivata dalla denuncia querela presentata da una parente della derubata.

In tre mesi e mezzo tutti i soldi della malcapitata si sarebbero volatilizzati. Secondo la ricostruzione investigativa, sulla base di quello che era il rapporto di fiducia tra la donna e il professionista, questi si sarebbe presentato in banca a nome dell’allora novantaduenne chiedendo l’apertura di un conto a nome di lei e il rilascio di un carnet di assegni. A quel punto sarebbe scattato il presunto imbroglio. Sì, perché secondo la procura, la badante ora a giudizio, falsificando la firma della pensionata alla quale il conto era intestato, avrebbe emesso sei assegni di cui quattro a suo favore per un totale di 60 mila euro, giustificandoli come «donati per pagamenti di spese future». Altri due titoli, di cui uno da 7.500 euro, sarebbero stati intestati il primo a una compagnia assicurativa per una polizza vita in favore del professionista e un secondo da 1.500 euro sarebbe stato versato sul conto dello stesso notaio.

Dall’indagine che poi ne è derivata, in prima battuta la procura ha chiesto l’archiviazione, perché quei fatti li ha ritenuti prescritti. Ma il gip, piuttosto che accantonare definitivamente quel dossier, ha disposto nuovi approfondimenti investigativi. E l’epilogo, successivamente, è stato diametralmente opposto. Con la richiesta di rinvio a giudizio poi accolta. ( (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)  

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