L’orco a scuola. Non è la prima volta che un operatore scolastico viene accusato di abusi sessuali su scolari o studenti. I carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari un sessantenne, bidello in servizio in un istituto comprensivo della Piana di Gioia Tauro, con l’accusa di avere sottoposto ad abusi sessuali una bambina di sette anni. I fatti risalgono alla fine dello scorso mese di novembre.
Il bidello é stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica. La violenza sarebbe avvenuta a scuola. La bambina, secondo una prima ricostruzione dei fatti, aveva raggiunto l’uomo in una stanza perché doveva fare una fotocopia che le aveva chiesto la maestra.
E il bidello, approfittando del fatto di trovarsi solo con la bambina, l’avrebbe costretta a subire gli abusi. Le indagini dei carabinieri erano scattate dopo la denuncia presentata dai genitori della bambina. Quest’ultima non aveva parlato della vicenda né con le maestre, né con i compagni. Si era confidata, invece, con la mamma, che ne aveva parlato anche col dirigente dell’istituto comprensivo, il quale aveva immediatamente sospeso il bidello informando a sua volta dell’accaduto i carabinieri, già attivati, comunque, dai genitori della bambina. Lo stesso dirigente ha immediatamente sospeso dal servizio il bidello.
La bambina ha anche confermato il suo racconto ai carabinieri, che l’hanno sentita in presenza di una psicologa nominata dalla Procura. Una vicenda triste e drammatica, la cui gravità è stata sottolineata dal Procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti. “In questa vicenda – ha detto – va comunque sottolineato un aspetto positivo: é stata superata una doppia barriera, quella delle vittime e quella dei genitori, che adesso denunciano apertamente, mentre prima molti, per paura di essere giudicati o per proteggere i loro figli vittime degli abusi, non lo facevano. Viene oltrepassata così la soglia dell’omertà anche in situazioni inaccettabili e deprecabili”.
“Quello che é grave – ha aggiunto il magistrato – é che queste cose accadano nelle scuole. Il che ci induce a ribadire che occorre alzare l’attenzione sia da parte delle componenti scolastiche che delle famiglie”.