“Il manuale Cencelli è un’espressione usata frequentemente dal giornalismo politico, riferita all’assegnazione di ruoli politici ed incarichi ad esponenti di vari partiti o correnti in proporzione al loro “peso”; viene spesso utilizzata anche in senso ironico, meglio dispregiativo, per alludere a nomine effettuate in una mera logica di spartizione in assenza di criteri di merito”
Ma con l’approssimarsi delle elezioni amministrative, europee, forse provinciali e le nomine dei manager delle ASP, sorge spontanea la domanda, ma il manuale Cencelli esiste davvero e ancora ?
L’espressione torna in auge ogni volta che si parla della ripartizione, meglio dire spartizione, di incarichi o ci sono nomine da fare. A Caltanissetta e a Palermo, proprio in previsione delle prossime elezioni e nomine, pare però che questo manuale scricchioli. Vero è che i partiti più di peso si arrogano il diritto, non scritto, della scelta dei candidati, ma è anche vero che quelli di minor peso non ci stanno a fare solamente i “portavoti” e ad accettare il tutto, accontentandosi delle briciole, specialmente quando si rendono conto di poter essere determinanti ai fini della vittoria finale. Quindi provano ad alzare la voce con un duplice scopo. Per ottenere qualcosina in più o semplicemente per rompere il fronte convinti che da soli possono arrivare lontani. Qualcuno potrebbe anche malignamente pensare che vi sia una terza possibilità e cioè che non vedendosi “rispettati” o non ricevendo le “giuste attenzioni”, decidano di mettere in pratico quel curioso modo di dire di origine biblica “muoia Sansone con tutti i filistei”.
Dai rumors pare che tutto ciò stia avvenendo nel centrodestra, dove tra uscite di nomi già decisi, smentite e puntate di piedi, si va avanti con bracci di ferro che sicuramente i cittadini non apprezzano. Ancora una volta la politica non ci fa di certo una bella figura, poi però ci si lamenta se la gente non va a votare.
Dal fronte sinistra nulla si sa, ma probabilmente perchè non c’è nulla o poco da sapere. Dal “reparto rianimazione” flebili voci lasciano trapelare che nulla si è ancora deciso. Poche certezze ad oggi, la prima è che la consigliera Petitto, con la sua associazione, non pare essere disposta ad accordi, né sotto né sopra banco, e vuol andare da sola, si fa per dire, a contendersi la poltrona di primo cittadino. Altra certezza è la ricandidatura dell’attuale Sindaco Gambino, ma da quello che pubblica e comunica giornalmente tramite i social, di tutto parla tranne che di elezioni. Sappiamo da tempo che spontaneamente ha comunicato che intende ricandidarsi, da solo o in compagnia di qualche altra lista non è dato saperlo. Di certo c’è da dire che in questi anni ha visto ridursi notevolmente sia i sostenitori, ma soprattutto ha visto scendere drasticamente il numero di consiglieri che lo appoggiano in consiglio comunale, ridottisi a nove, ma questo numero potrebbe ancora ridursi, dopo l’abbandono anche di due assessori. Da capire anche cosa faranno le altre forze, si fa per dire, presenti in consiglio. Sud chiama Nord, di Cateno De Luca, che ha in consiglio una sua rappresentante e la Nuova Dc di Totò Cuffaro, che anche se a livello ideologico, ha anch’esso una sua rappresentante. Sempre a sentire i rumors, visto che non ci sono loro comunicazioni, pare certo che Sud chiama Nord non andrà con il centrodestra e potrebbe magari appoggiare, con una propria lista, la Petitto o Gambino. Più complessa è la situazione per la Nuova Dc di Cuffaro. Sempre le solite voci riferiscono che potrebbe apparentarsi con il sindaco uscente, ma con una lista civica, ma questo pare farebbe storcere e di parecchio il naso al movimento a livello nazionale e forse anche regionale.
Quanto di vero e fondato ci sia in tutto ciò lo scopriremo strada facendo. A molti elettori onestamente questo spettacolo non piace proprio. Quello che dovrebbe infatti essere un momento in cui si ascoltano programmi ed idee per la rinascita e la crescita della città, si sta trasformando in un teatrino per spartizioni di poltrone ed incarichi. Ma, qualcuno dice che questa è la politica. Sarà, ma così continuando la disaffezione dei cittadini non può che aumentare e loro di certo non fanno nulla per avvicinare le persone, almeno quelle che nulla hanno da chiedere in cambio. E dire che pensavo che certe commedie si potessero vedere solo in teatro, ma a quanto pare così non è. Ad Maiora