Con il caldo anomalo di inizio inverno a preoccupare è il rischio siccità soprattutto sull’Italia centro-meridionale, dove stanno emergendo i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, fanno scattare un campanello d’allarme.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’andamento climatico segnato da alte temperature e scarsità di precipitazioni. La situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola a partire dalla Sicilia dove le precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – sono state le piu’ scarse da oltre cento anni nel secondo semestre dell’anno secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale che evidenzia come le province di Agrigento, Enna e Caltanissetta sono quelle che risultano penalizzate con soli 2 o massimo 4 giorni piovosi nel mese di dicembre, ma in difficoltà sono tutte le province.
Gli effetti si fanno sentire con le arance che – precisa la Coldiretti – sono piu’ piccole, gli ortaggi in sofferenza mentre salgono i costi per acquistare il fieno per alimentare gli animali.
Un danno per l’agricoltura – continua la Coldiretti – con la mancanza di neve che impedisce di creare le scorte idriche necessarie alle produzioni mentre se non arriva il freddo le popolazioni di insetti, che causano danni alle colture, potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera.