Ha aperto la sua relazione, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, ringraziando Maria Grazia Vagliasindi, per i suoi 6 anni alla guida della Corte d’Appello di Caltanissetta, l’attuale presidente reggente Giuseppe Melisenda Giambertoni.
Poi, il presidente si è soffermato sulle importanti sentenze emesse dalla Corte d’Appello di Caltanissetta: per il processo all’ex leader di Confindustria Sicilia, Antonello Montante; il processo all’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto; il processo a Matteo Messina Denaro come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
“Le priorità della Direzione Distrettuale Antimafia – ha detto a proposito delle stragi Melisenda Giambertoni – sono da individuare nelle indagini, molto complesse e assai delicate, purtroppo ancora necessarie nonostante il tempo trascorso, sulle stragi del 1992. Di notevole complessità e rilevanza – si legge nella relazione – è l’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Caltanissetta nell’ambito di un procedimento penale nei confronti di due indagati per false informazioni al pubblico ministero commesso nell’ambito delle indagini sulla strage di Capaci finalizzate a verificare l’intervento di esponenti della destra eversiva nelle fasi preparatorie della stessa. Nell’ambito dello stesso procedimento sono emersi indizi circa l’organizzazione da parte di elementi autodefinitisi “fascisti” di un sistema di monitoraggio (“osservatorio”) a livello nazionale dell’attività giudiziaria, anche mediante componenti occulti per motivi giudiziari e/o politici; tale sistema di monitoraggio avrebbe avuto anche il fine di esercitare pressione nei confronti di magistrati ritenuti ‘scomodi'” .
“Cosa Nostra” e “Stidda” convivono pacificamente ha proseguito. “Le due associazioni mafiose ‘storiche’ – ha detto Melisenda Giambertoni – in passato hanno avuto momenti di scontro violentissimo ma da tempo hanno preferito optare per una convivenza pacifica. Non si sono riscontrati negli ultimi quattro anni omicidi riconducibili allo scontro tra le due organizzazioni”. Il presidente della Corte d’Appello ha aggiunto che “La Stidda, benché colpita da un’operazione di ampio respiro alla fine del 2019 (‘Stella cadente’) sembra voler mantenere una presenza più “visibile” e una certa forza di intimidazione ‘militare'”.
Ed ancora: “continua ad essere molto forte il senso di appartenenza ai sodalizi mafiosi; si pensi, per esempio, che l’affiliazione alla ‘Stidda’ si era già tradotta in comportamenti iconici da parte di alcuni giovani i quali, mutuando condotte proprie di altre tradizioni mafiose, si sono tatuati una “stella a cinque punte” a rimarcare l’appartenenza all’organizzazione”.
I “numeri” dei procedimenti sono stati un altro dei temi affrontati durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. E a sottolineare dati e impegni è stato il procuratore generale della Corte d’Appello di Caltanissetta Fabio D’Anna.
“Sono 8.966 i procedimenti sopravvenuti contro indagati noti nelle procure ordinarie del distretto di Caltanissetta, a fronte dei 9.397 dell’anno precedente, con un decremento del 5%. La durata media di definizione dei procedimenti si e’ ridotta da 891 giorni a 773.
In calo del 33% le iscrizioni per associazione a delinquere di stampo mafioso, aumentano invece del 38% i reati per traffico di sostanze stupefacenti, cosi’ come aumentano furti e rapine. Nell’ambito dei delitti contro la pubblica amministrazione si registra una diminuzione delle iscrizioni del 23%. Per quanto riguarda la violenza di genere, si registra un lieve aumento del reato di stalking, le cui iscrizioni sono passate da 242 a 251. Sono invece 341 i reati ricadenti nell’alveo del cosiddetto Codice Rosso”.