Frequentare la scuola dell’obbligo, a Santa Caterina Villarmosa, sta diventando un vero incubo per i bambini e i loro genitori.
Il problema è legato ai locali scolastici che sono inadeguati all’uso per il quale erano stati destinati.
Più volte, anche attraverso le nostre pagine, i genitori hanno spiegato la situazione e le criticità riscontrate mostrandosi disponibili ad attendere i tempi tecnici per la risoluzione del problema o minacciando un assenteismo di massa per tutelare la salute e la sicurezza dei loro piccoli.
Promesse che sono arrivate dall’amministrazione comunale, responsabile per i locali, e che i genitori sottolineano essere state, ancora una volta, disattese. Ed è per questo che tornano a far sentire la loro voce sperando che si concluda questa epopea e l’anno scolastico prosegue consentendo a tutti – alunni e docenti – di poter svolgere le lezioni con serenità e regolarità.
Ma per comprendere la vicenda sollevata bisogna andare con ordine:
Il 17 ottobre, con Ordinanza del Sindaco di Santa Caterina Vill.sa venivano sospese per 3 giorni le attività didattiche presso il plesso “M. Capra” perché era “Necessario intervenire senza alcun indugio con misure d’Urgenza atte a ripristinare le condizioni di sicurezza del plesso…”.
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La sospensione temporanea delle lezioni per tre giorni era stata chiesta da un comitato dei genitori, costituitosi spontaneamente dopo l’iniziale proposta di turnazione per un periodo di due o tre settimane delle classi in ore antimeridiane e pomeridiane (proposta ritenuta inaccettabile per i modi, i tempi e le assicurazioni incerte che la caratterizzavano), affinché l’Amministrazione Comunale trovasse delle soluzioni adeguate.
Così, dopo aver riscontrato l’assenza di sedi idonee ad accogliere le classi sfollate in tempi brevi, a seguito dell’ennesima riunione con i genitori, formulava una proposta che avrebbe richiesto a docenti, famiglie e bambini il sacrificio di una settimana per la turnazione delle classi in ore antimeridiane e pomeridiane, e di tre/quattro settimane per le classi che avrebbero dovuto convivere con i lavori.
In particolare, l’Amministrazione si impegnava a far puntellare i soffitti del piano inferiore, demolire il soffitto incriminato e isolare il cantiere dal resto della struttura.
(Leggi anche: Santa Caterina, scuola inagibile. Genitori: “Ci hanno assicurato che riaprirà entro il 30 novembre” )
Da tale data a quella massima del 30 novembre l’amministrazione assicurava per iscritto che sarebbero stati completati i lavori di totale rifacimento del tetto e che dal 1 dicembre tutte le classi, comprese le prime elementari (che si trovano dall’inizio dell’anno scolastico presso la scuola dell’infanzia “Sant’Anna”), sarebbero potute ritornare al Michele Capra.
L’ Amministrazione, dietro suggerimento dei genitori presenti, si assumeva anche l’impegno di stanziare nel prossimo bilancio le somme necessarie al rifacimento delle aule riguardanti il primo piano del plesso Don Bosco, da tempo dichiarate inagibili, in modo che anch’esse potessero tornare fruibili anche nell’eventualità di future emergenze.
La Dirigente Scolastica – hanno raccontato i genitori – alla luce dell’impegno preso formalmente dall’amministrazione, si dichiarava favorevole e fiduciosa nell’accettare tale proposta.
Convinto dalle promesse pronunciate dall’Amministrazione Comunale, il comitato dei genitori ha accettato la richiesta di annullare la manifestazione programmata, riservandosi di procedere a nuove forme di protesta nel caso in cui gli impegni fossero stati disattesi.
“Il termine del 30 Novembre, è arrivato e, puntualmente, il comitato spontaneo dei genitori chiede riscontro sul grado di conseguimento degli impegni assunti dall’Amministrazione per tale data” ribadiscono i genitori delusi dell’ennesimo nulla di fatto che tracciano le somme della vicenda:
RISULTATO: i lavori di messa in sicurezza del tetto non sono stati ultimati, ma sono state realizzate solo alcune delle lavorazioni intermedie: abbattuta la parte del tetto pericolante, coperta da una protezione provvisoria.
CONSEGUENZE: Le prime classi continuano a non usufruire dell’edificio scolastico, ma permangono presso la scuola dell’infanzia per un periodo indefinito; condizione questa che, con la imminente prevista apertura della mensa, si assocerà a difficoltà di gestione di bambini piccoli in ambienti ristretti. Preoccupazione per la tenuta nel tempo di una copertura provvisoria dal momento che si va incontro alla stagione invernale, generalmente caratterizzata da venti e piogge, spesso presenti con fenomeni intensi.
Con rammarico, i genitori esprimono sentimenti di delusione sia per il sospetto che la mancata realizzazione degli interventi fosse prevedibile già al tempo degli accordi e, quindi, le promesse fatte costituissero uno “specchietto per le allodole”, sia per la scarsa trasparenza, in generale, nelle comunicazioni da parte delle istituzioni comunali sulla “Questione scuole”.
“È di recente accadimento (poche settimane fa) un episodio che ha riguardato la scuola “Madre Teresa”:, è stata predisposta una chiusura di 10 giorni, per attività manutentive, e la stessa è stata comunicata solo il pomeriggio prima del primo giorno di chiusura. È un continuo sentirsi ostaggi di una mal organizzazione che provoca disagi nelle famiglie e confusione per gli alunni” tuona una mamma lavoratrice.
I Genitori chiedono immediati chiarimenti sullo
stato dell’arte e annuncia la messa in atto di imminenti forme di protesta.