La celebrazione lascia spazio al confronto tra istituzioni e alla volontà di riflettere sulla strada da imbeccare in futuro, soprattutto con la sfida immediata del Pnrr: i cinquant’anni dell’Anci Sicilia si innestano come punto di partenza per istituire un tavolo in cui operare le migliori scelte per il territorio e i cittadini. Il risultato del confronto è un impegno generale a incrementare gli sforzi, attraverso la salvaguardia delle risorse economiche e un coordinamento potenziato tra enti locali, Regione e governo nazionale.
All’evento, tenutosi all’hotel San Paolo Palace, hanno preso parte il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, il presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti Sicilia Salvatore Pilato, il viceprefetto di Palermo Anna Colosimo e numerosi sindaci della regione; a ricoprire il ruolo di padroni di casa il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta e il segretario generale della medesima associazione Mario Alvano.
Nel tracciare un percorso per colmare le lacune tuttora presenti, Schifani lancia la proposta di “un nuovo patto tra Regione e
amministrazioni locali per cogliere tutte le opportunità messe in
campo dal Pnrr, dalla programmazione europea e dal nostro stesso
bilancio” e sottolinea come “la Sicilia che vuol crescere, e che vede troppi figli andar via in cerca di futuro, sappia che le Istituzioni lavorano insieme per cogliere tutte le opportunità che giungono dal Pnrr, dalla programmazione europea, delle risorse della coesione, che insieme al governo centrale dovremo impiegare per grandi progetti, come dalle stesse risorse del bilancio regionale. Comuni, liberi consorzi e Città metropolitane hanno trovato nella manovra in esame all’Ars una prima risposta significativa a partire dal versamento nell’anno finanziario della quarta rata del Fondo per le autonomie locali. Sono stati rideterminati in 350 milioni di euro per ciascun anno i trasferimenti di parte corrente ai Comuni per gli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026, offrendo così prospettiva temporale per il finanziamento di programmi e progetti”. Accanto a quello delle finanze sono diversi i temi toccati da Schifani: riforma delle province, piano sui rifiuti, contrasto al dissesto idrogeologico e potenziamento del digitale, tutte tematiche su cui ha ribadito l’impegno in prima persona della Regione per venire incontro alle esigenze dei Comuni.
Per Di Paola la sinergia tra Ars e primi cittadini è indispensabile per il funzionamento a 360 gradi della macchina istituzionale e amministrativa: “L’Ars cerca in tutti i modi di fare squadra con i sindaci e non scaricare su di loro alcuna responsabilità: in passato i Comuni sono stati più esposti e di questo sono dispiaciuto. Ogni suggerimento degli enti locali merita di essere accolto, i siciliani ci chiedono concretezza e questa si ottiene solo se ogni soggetto in campo funziona”.
Da figura che svolge tale ruolo in prima persona, Lagalla evidenzia come “i sindaci sono terminali sensibili tra la richiesta sempre crescente dei cittadini e i tempi della politica regionale e nazionale. L’Anci ha sempre dimostrato di saper venire incontro alle esigenze dei sindaci a prescindere dal colore politico: un pensiero comune non ha bisogno di colori di partito, tra Comuni e Stato c’è un riflesso reale”.
Sulla stessa linea il giudice Pilato, che soprattutto in materia di Pnrr ribadisce come l’unica strada possibile sia quella della sinergia istituzionale anche con quegli enti, come appunto la Corte dei conti, che svolgono principalmente un ruolo di vigilanza: “Il primo obiettivo concordato è intervenire per il recupero e il riequilibrio dei bilanci nelle realtà in maggiore difficoltà: non siamo in una posizione di antagonismo, ma di ausilio basato sulla cooperazione istituzionale. Le riforme previste nel Pnrr devono incrementare le capacità di investimento per i Comuni, in più dobbiamo stare attenti a ciascun intervento, in particolare su rischi ambientali e infiltrazioni criminali in campo economico”.
Amenta tiene il punto sulle tematiche più urgenti da affrontare per migliorare la qualità della vita, aspetto su cui le province siciliane occupano il fondo della classifica a livello nazionale: “Le questioni che affrontiamo sono la digitalizzazione dei Comuni, lo spopolamento dei territori interni, la transizione ecologica e il rischio idrogeologico – spiega, – Servono risorse sia finanziarie che umane. La maggiore urgenza riguarda l’efficientamento energetico: se vogliamo diventare una piattaforma energetica dobbiamo prima darci delle regole chiare Altrettanto importanti sono i temi del lavoro e dell’inclusione sociale”.
Alvano pone piuttosto l’accento sul tema delle autonomie locali, sul quale “occorre un intervento a tre, mettendo in un unico tavolo Stato, Regione ed enti locali. La Sicilia ha una specificità in tema di autonomie, ma spesso le norme regionali non sono coordinate con quelle nazionali e nei processi rimaniamo indietro. Tra i numerosi accordi che la Regione stringe con lo Stato ne serve uno specifico sulle autonomie locali, intervenendo con deroghe o norme da un lato per dare stabilità finanziaria agli enti, dall’altro per rafforzare la loro capacità amministrativa. Se un ente locale non è nella piena capacità di attuare le norme regionali e nazionali il rischio è quello di perdersi”.
– foto xd8 Italpress –
(ITALPRESS).