Dalla Corte Costituzionale dipenderà l’esito del contenzioso fra Regione siciliana e Corte dei Conti sui bilanci della Sicilia. Spetterà proprio agli ermellini pronunciarsi su un ricorso che riguarda la legittimità di una norma che aveva permesso alla Sicilia di spalmare i suoi “debiti” (disavanzi in realtà) in tre anni anziché in dieci. Un conflitto che potrebbe essere dichiarato estinto essendo tata abrogata quella legge e sostituita da altra norma. Almeno di questo è convinto il governatore Renato Schifani.
Il nuovo presidente
Forse anche per questo la Sicilia saluta con favore la flotta di siciliani che stanno sbarcando alla Suprema Corte. Dopo la nomina di Giovanni Pitruzzella, siciliano è anche il presidente della Corte.
“La dedizione e la professionalità sempre dimostrate da Augusto Barbera nel suo percorso all’interno delle istituzioni e del mondo accademico rappresentano per tutti una garanzia di competenza e imparzialità. Per questo, non posso che esprimere le mie più sincere congratulazioni all’illustre giurista siciliano che da oggi è presidente della Corte Costituzionale. A lui porto gli auguri di buon lavoro di tutto il governo regionale”. Lo dichiara il presidente Renato Schifani dopo l’elezione di Barbera alla guida della Consulta.
Chi è Augusto Barbera
Nato in Sicilia (ad Aidone, provincia di Enna) nel 1938, sposato, con due figli, è professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato professore ordinario fino al 2010. Si è laureato nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale.
La consulta
La Consulta riunita in camera di consiglio, infatti, lo ha eletto all’unanimità con una sola scheda bianca. «Vari commentatori scrivono che ci sarà assalto all’ indipendenza della Corte da parte della maggioranza. È un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale» spiega Barbera nella conferenza stampa dopo la sua elezione.
Il neopresidente rimarrà in carica per circa un anno: il 21 dicembre 2024, infatti, scadrà il suo mandato di nove anni di giudice costituzionale. Barbera ha nominato vicepresidenti della Corte i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso.
Le riforme
“Se questa maggioranza vuole eleggere il giudice deve mettersi d’accordo con altre forze politiche o presentare un candidato che abbia un successo personale tale da spingere tutte le forze politiche votarlo. La Corte non può occuparla nessuno» ribadisce Barbera. E sulle riforme costituzionali allo studio, il neopresidente della Consulta auspica «la maggioranza più ampia, quella dei due terzi, come indicato dalla Costituzione». Sul merito delle proposte, cioè sul premierato e le ripercussioni sui poteri del capo dello Stato, Barbera non si è espresso, ma ricorda che «le modifiche costituzionali possono essere oggetto di sindacato della Consulta, se dovessero essere in contrasto con i principi supremi della Carta. E non mi pare che nessuno dei progetti che si sono succeduti nel tempo siano in contrasto con i principi supremi della Costituzione”.