Si parla spesso di recuperare le antiche tradizioni e saperle tramandare alle nuove generazioni attualizzandole alle esigenze e ai gusti della contemporaneità. Un argomento affrontato in moltissimi settori e ambiti d’interesse e che ieri, sabato 16 dicembre 2023, ha avuto come protagonista il merletto e l’uncinetto artistico.
Non chiamatela “l’antica arte delle nonne conservata dentro grandi bauli di corredo” perché questa lavorazione, i cui primi ritrovamenti risalgono addirittura agli antichi etruschi, ha avuto un percorso ciclico. Si è passati da picchi di massimo splendore – tra il ‘500 e il ‘700 – a quelli in cui raccoglieva un interesse più scarno – complici eventi storici quali la rivoluzione francese con la caduta dell’ancien regime o la rivoluzione industriale con la sua produzione meccanica -. Dai primi anni del 2000, però, si assiste alla presenza di un’era di “rinascimento” che ancora oggi è in voga tra le vetrine dei più importanti brand internazionali.
Per poter tramandare quest’arte, oggi presente in cappellini, borse o applicazioni sugli indumenti, è necessario non soltanto formare le sarte già professioniste ma insegnarla alle nuove generazioni. E per farlo bisogna usare i loro canali di comunicazione: i social media. Instagram, TiKTok, YouTube e Spotify possono raggiungere il target giovane e far scoprire loro questo mondo spesso ignoto. Solo dopo aver risvegliato la curiosità e l’interesse si potrà passare dalla “teoria” alla “pratica” iniziando a seguire un corso con una ricamatrice merlettaia che sappia non soltanto insegnare il mestiere ma anche – e soprattutto – accendere la passione.
E’ ciò che da decenni ormai porta avanti la ricamatrice merlettaia Maria Anna Bonaffini che, con la sua classe del merletto, insegna a realizzare l’uncinetto artistico. Un apprendimento che infonde a qualsiasi età: dalle bambine e dalle adolescenti dei progetti di “Ricamiamo Giocando” alle allieve di Corsi di alta formazione come il “Progetto Skill – Moda&Tradizione Artigiana” concluso nel 2022 al Consorzio Universitario di Caltanissetta.
L’amore per il merletto è capace di unire le persone anche quando sembra essere separati dalla distanza fisica. La ricamatrice merlettaia, nissena d’adozione, impartisce lezioni anche online insegnando sia a chi deve ancora apprendere le basi e scoprire i passaggi per la “catenella iniziale” a chi, avendo un buon livello di competenza, vuole perfezionarsi di più utilizzando il telaio che Maria Anna Bonaffini ha inventato, fatto realizzare e registrato alla Camera di Commercio di Caltanissetta.
Ed è stata proprio la presentazione del nuovo metodo per realizzare il merletto nisseno utilizzando il telaio di sua invenzione che ha permesso ai partecipanti del convegno, di poter scoprire qualcosa in più di questa affascinante arte. Anche in questo caso, per usare una metafora, un “semplice filo” è stato capace di creare una “preziosa ttrama”.
Ospiti d’eccezione dell’incontro sono state le ricamatrici merlettaie Alessandra Caputo da Roma e Felicia Scarcella da Perugia.
Ciò che è emersa è stata una piacevole chiacchierata condotta dalla giornalista Marcella Sardo durante la quale i presenti hanno imparato qualcosa in più sulla storia del merletto e sull’unicità di questa tecnica che nasce da un filo e vive da sé, senza aver bisogno di una stoffa o una struttura alle spalle come, invece, avviene per il ricamo.
“Per me è stato un grande onore accogliere durante la presentazione del nuovo metodo due persone che si impegnano a promuovere l’arte del merletto in Italia e nel Mondo” ha concluso Maria Anna Bonaffini visibilmente commossa al termine dell’incontro mattutino.
La giornata dedicata al merletto nisseno e all’utilizzo del telaio è proseguita anche nel pomeriggio con un workshop a numero chiuso durante il quale le partecipanti hanno potuto provare personalmente il telaio seguite dall’attenta e professionale guida di Maria Anna Bonaffini..
“L’arte del merletto è un prezioso tesoro che deve essere tramandato” hanno concluso le relatrici ricordando come questo lavoro artigianale non deve essere relegato soltanto a una caratteristica di moda ma è lo specchio di una società in continua evoluzione. Bisogna, infatti, tornare a prendersi cura di un filo di stoffa da intrecciare per realizzare elementi unici e, in quanto tali, di valore incommensurabile. Un messaggio che dovrebbe essere trasferito anche nella vita quotidiana e tornare a restituire il giusto valore a tutto ciò che ci circonda sapendo distinguere tra ciò che è realizzato con cura a mano e ciò che viene prodotto industrialmente in serie.