Salute

Arte, i dipinti di Sotir: una visione surreale e futuristica della società moderna

Marcella Sardo

Arte, i dipinti di Sotir: una visione surreale e futuristica della società moderna

Gio, 07/12/2023 - 21:13

Condividi su:

I valori del passato in molti casi persi nel tragitto verso i nuovi approcci e abitudini di vita. Le richieste ancora necessarie che le nuove generazioni avanzano ai loro predecessori. Il “nuovo” che prende automaticamente il posto al “vecchio” solo sulla base di un principio cronologico e non di merito avanzato, come pirandelliani burattini, in un mondo che punta all’apparenza piuttosto che l’essenza finendo per annullare la personalità dell’individuo. Sono queste le principali tematiche che dipinge Salvatore Gumina, in arte Sotir. Una tecnica mista ed essenziale, dai colori intensi e tratti netti, geometrici, prospettici, assonometrici, linee senza un ben preciso punto di fuga che delineano quadri di ispirazione futuristica e surrealista.
Recupero di materiali e di tradizioni popolari, riuso di oggetti, immobili e valori fondamentali. Una narrazione per immagini che spinge alla riflessione, a ciò che di morbido, sinuoso e tenero è andato perduto e quale prospettiva ci attende se la società attuale non comprende che, per continuare a sopravvivere e andare avanti, ha bisogno di rifiutare i fili che trasformano gli uomini in marionette, di mantenere vive alcune abitudini, approcci pedagogici e usanze locali.
Un percorso evolutivo che l’artista ha portato avanti nel tempo anche se ha sempre avuto ben chiara la consapevolezza di essere un anticonformista.

“Ho tre grandi passioni – racconta -: mia figlia, mia moglie e la creatività”.
Alla pittura Salvatore Gumina è stato guidato quasi per caso: “Quando avevo 7 anni mio padre mi portò nello studio di restauro di arti visive “ Dell’Utri/La Mattina”, chiedendogli di farmi sperimentare qualcosa. Per me fu una scoperta, per il mio padrino un attacco terroristico. Ricordo ancora come mi sono ridotto: imbrattato di colore, vasi di trementina rovesciati, tavolozze devastate, cavalletti sgangherati, il gatto fuggito nell’armadio. Dopo qualche ora l’ambiente era devastato ma io avevo trovato il mio mondo”. E da quel primo incontro cambiò tutto.


“L’arte è l’ansia frenetica di rappresentare su di un supporto un’attuale condizione umana, delineata con spasmi, dolori quasi ansimando, per il contatto tra i colori e la tela – racconta l’artista -. Mi permette di realizzare dipinti con un carattere spiccatamente didascalico, tendente a denunciare il malessere che pervade inconsciamente l’attuale vissuto. Ed è ciò che con convinzione e consapevolezza ho scelto di fare. Per me oggi l’arte deve concentrarsi non a rappresentare un figurativo eccellente (già espresso dai grandi del passato) ma a far pensare l’umanità. Ecco perché i dittatori insistono nel vietare mostre e rappresentazioni teatrali.

Ed ecco perché noi dobbiamo ostinarci continuando ad esprimere le nostre idee usando la creatività”.
Dal 2005 ad oggi Sotir ha realizzato numerose mostre e istallazioni artistiche, partecipato a performance multidisciplinari, concorsi, ha scritto monografie e si è affacciato a contesti regionali, nazionali e internazionali. Tra questi vi è la città di Menfi (AG) che in occasione della nomina di capitale italiana del vino 2023, grazie al Dott. Gioacchino Mistretta lo inviata a realizzare un’istallazione “simbolo della manifestazione” e una mostra pittorica.
Continua, però, a ricordare le emozioni profonde suscitate da quel primo luogo in cui il suo mondo è diventato “a colori”, le atmosfere intinte con odori pervasivi come la trementina veneta, la colofonia, la resina damar, i pigmenti ad olio e degli ossidi in polvere.

Salvatore Gumina racconta di non aver mai avuto un approccio tradizionale alla pittura andando sempre oltre le convenzioni e gli spazi culturalmente delimitati. “Se io chiedevo di poter dipingere il gatto pensavo proprio a colorare i peli dell’animale accarezzandoli con il pennello impregnato di tempera e non a realizzare un ritratto su un cartoncino. Io rimanevo basito dello stupore generato da chi, invece, si aspettava semplicemente un felino dipinto su una tela”.
Nelle sue opere Salvatore Gumina, oggi, racconta ciò che vede attorno a sé, la bellezza che rischia di andare perduta, la modernità che corrode l’essenza di un popolo e che, con troppa superficialità e distrazione, abbandona “il vecchio” a vantaggio di un “nuovo” senza capire se si tratta di qualcosa “di migliore”. Istallazioni teatrali e statiche riportate in una prospettiva bidimensionale, atmosfere generate dalle architetture senza tempo, rappresentate da una totale assenza di ombre con chiara purezza lineare.

“Gli uomini e le donne contemporanei – conclude Salvatore Gumina – non hanno una propria personalità perché qualcosa, qualcuno, li standardizza fino a renderli delle pedine dall’anima imprigionata. Figure disorientate, rappresentazione della percezione struggente dell’attuale società.
Ed è questa sensazione che, “lasciandomi vagamente ispirare dal vissuto, metabolizzo per poi riportarle in quadri dall’esito personalissimo”.
Un’arte che Sotir continua a veicolare nel mondo per far aprire gli occhi all’attuale società – a breve esporrà le sue opere per il premio internazionale di arte contemporanea a Captaloona Art Gallery di Madrid –. Una missione che Salvatore Gumina porta avanti per sua figlia e per tutti i bambini.