“A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne contiamo la 105esima vittima, ma anche il 105esimo carnefice, vittima di un analfabetismo sentimentale che lo ha portato a credere di poter disporre della vita altrui, negando di fatto quella cultura del rispetto che dovrebbe stare alla base di qualsiasi relazione umana. Dobbiamo continuare ad assistere a questa strage? A contare senza poter immaginare se e quando la conta finirà? No!”, dichiara Patrizia Pilato, responsabile regionale del dipartimento Donne e Pari Opportunità all’interno della Democrazia Cristiana in Sicilia.
“La Costituzione assegna alla scuola una funzione, in primo luogo, educativa, dei saperi, delle libertà, della coscienza critica. La cultura è, dunque, lo strumento più potente per affrontare quella che è divenuta una vera e propria piaga sociale. L’educazione all’affettività rimane il primo baluardo per contrastare la violenza di genere. È su questo terreno che dobbiamo sconfiggere quella mentalità patriarcale e quei retaggi culturali negativi che uccidono tante e troppe donne”, prosegue.
“Auspichiamo che i provvedimenti del Governo di prossima emanazione che prevedono il rafforzamento e la velocizzazione delle misure preventive e cautelari, già approvato all’unanimità dalla Camera, l’arresto in flagranza differita, nuove regole per favorire la specializzazione sul campo dei magistrati per promuovere l’uso di un linguaggio giudiziario sensibile al genere, l’introduzione dell’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole d’Italia riescano ad incidere sul contrasto alla violenza di genere più di quanto lo abbiano fatto quelli attuali. Gridiamo con forza che oggi più che mai occorre puntare sulle 3 P richiamate dalla Convenzione di Istanbul: Prevenzione, Protezione, Punizione”, conclude la Pilato.