Attualità

TV, 35 anni di Striscia la Notizia: ecco i casi più clamorosi dei “fuorionda”

Antonio Ricci racconta che l’idea di Striscia la notizia l’abbia avuta di fronte alla certezza con cui i telegiornali davano alcune notizie. Da lì la voglia di fare un notiziario alternativo, magari irriverente, che offrisse comunque un punto di vista diverso, che suscitasse almeno un dubbio. Dopo 35 anni, Striscia la notizia (dal lunedì al sabato alle 20,40 su Canale 5), a forza di suscitare dubbi, è più che una certezza. Il tg satirico di Mediaset, giunto al traguardo di quello che una volta era la metà «del cammin di nostra vita», non teme crisi di maturità viaggiando tranquillamente sopra i tre milioni di telespettatori, a volte anche tre e mezzo, nonostante la notevole concorrenza soprattutto di Rai 1 che a quell’ora concede poco agli altri. Ma Striscia tiene botta grazie al suo mix tra denuncia e spettacolo. Nel programma di Ricci, come sottolineato altre volte, non ci sono giornalisti, eppure si regge in gran parte sui «servizi» con cui gli «inviati» rivelano scandali o smascherano truffe. Non mancano le forzature e qualche generalizzazione di casi limite, ogni tanto sarebbe necessaria un’ulteriore verifica, ma il più delle volte le denunce colpiscono nel segno, senza rispetto per nessuno, nemmeno, sia pure indirettamente, per la presidente del Consiglio (lo si è visto di recente con i famigerati fuori onda di Andrea Giambruno), ma nemmeno per chi porta soldi alle tv in termini di pubblicità (si veda ad esempio il servizio di giovedì su «Facile ristrutturare»). Accanto a questo c’è la parte di satira politica, di gossip e più in generale di varietà, a partire dalle gag tra i conduttori, che nel complesso stanno migliorando. È il caso anche degli attuali Sergio Friscia e Roberto Lipari, che in passato sembravano molto indietro rispetto ad esempio a Ficarra e Picone, per non parlare dell’imbattibile coppia storica Greggio-Iacchetti.

Tutte le gaffe e gli incidenti politici ed istituzionali scatenati dai ‘dietro le quinte’ resi pubblici dal Tg satirico di Antonio Ricci su Canale 5 Roma

Nata il 7 novembre del 1988, Striscia la notizia ha da poco festeggiato 35 anni vissuti sulla cresta dei ‘fuorionda’. I fuorionda sono da sempre uno dei marchi di fabbrica del tg satirico di Antonio Ricci, come testimonia il recentissimo ”caso Giambruno”. In oltre tre decenni ne sono stati trasmessi circa 700 (692 per l’esattezza). Lo stesso Tg satirico, per festeggiare il compleanno, ne ha ricordati in questi giorni alcuni dei più clamorosi. 2 febbraio 1994 – Achille Occhetto ”stufo” di Michele Santoro Achille Occhetto, leader del Partito Democratico della Sinistra, in collegamento esterno con il programma di Raitre ”Milano, Italia”, viene beccato mentre commenta: “Anche ‘il Rosso e il Nero’ (trasmissione di Michele Santoro considerata spudoratamente vicina al partito di Occhetto) sbaglia, mi sono rotto i cog…ni”. 1° giugno 1994 – Gli approcci di Gigi Marzullo Durante ”Mezzogiorno e dintorni con…” (Raiuno) Gigi Marzullo rivolge pesanti avances alla giornalista televisiva Ilaria Moscato, ospite del suo programma: “Avrei tanta voglia di violentarti!”. 25 novembre 1994 – Buttiglione-Tajani: la madre di tutti gli inciuci che portò alla caduta del governo Berlusconi In attesa di intervenire a ”Speciale Tg4”, l’allora segretario del Partito Popolare Rocco Buttiglione (all’epoca alleato con Massimo D’Alema) propone al portavoce di Forza Italia Antonio Tajani (dello schieramento opposto) un mega inciucio: un’alleanza tra i loro partiti in vista delle future elezioni regionali. “E allora Fini per un verso si ridimensiona, per un altro fa la lettura che deve fare e lo prendiamo dentro. Adesso è troppo forte e troppo sporco. Deve ripulirsi. E ripulendosi si indebolisce”, disse Buttiglione. “Conviene scaricare la Lega…”, commentò Tajani, che aggiunse: “Se ci mettiamo d’accordo noi, voi e Alleanza Nazionale…”. Questa conversazione scandalizzò l’opinione pubblica e provocò un vero e proprio terremoto in politica, fino al ribaltone della Lega Nord. Come dichiarato da Silvio Berlusconi, il fuorionda portò nel dicembre 94 alla caduta del suo primo governo. 2 e 3 febbraio 1995 – Alfredo Biondi e Vittorio Sgarbi sparlano dei politici A ”L’appello del martedì” (Italia 1) l’ex Ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Biondi (FI) va a ruota libera con Vittorio Sgarbi. Ne hanno per tutti: dal giornalista Indro Montanelli (“Un cretino” e “Una lurida figura”) a Silvio Berlusconi che viene definito “Uno che non è una cima”. Nella versione integrale del filmato (trasmessa il giorno dopo), l’ex Ministro Biondi (FI) si sbilancia anche sul leader della Lega Nord Umberto Bossi, dichiarando: “È un poveraccio”. Sgarbi rincara la dose, definendo il leghista “Un cretino”. 21 ottobre 1996 – Gianni Vattimo e Aldo Busi, il fuorionda arriva alla Corte Europea Lite di circa venti minuti a ”L’altra edicola” (Raidue) tra lo scrittore Aldo Busi e il filosofo Gianni Vattimo, che, apostrofato come “checca cattolica” da Busi, va via dicendo che non rilascerà mai la liberatoria se non verrà trasmesso integralmente tutto quello che è successo. Il commento della conduttrice Silvia Ronchey, “Non ha firmato… non è possibile! Avevamo fatto apposta a mettere insieme questi qui”, documenta in maniera esemplare come in tivù sia fondamentale la ricerca della rissa per spettacolarizzare. La Rai decide di mandare in onda una versione ”censurata”, in cui il battibecco è stato ridotto a pochi minuti, così Vattimo sulla ”Stampa” scrive un articolo dal titolo “In questa tivù io non ci vado più”, in cui racconta di essere stato raggirato dalla tv di Stato per quanto riguarda la liberatoria e di aver fatto “la figura del baggiano”. Sul ”Corriere della Sera”, poi, il critico televisivo Aldo Grasso scrive: “Non sapremo mai cosa è successo fra Gianni Vattimo e Aldo Busi”. Invece grazie al fuorionda di Striscia l’intera dinamica viene chiarita. Per questa vicenda il tg satirico di Antonio Ricci viene condannato in Cassazione, ma fa ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. E vince. 17 novembre 1997 – Franco Frattini e Pierluigi Borghini circondati da cialtroni e traditori Franco Frattini e Pierluigi Borghini (Forza Italia) pensando di non essere ascoltati dicono cosa pensano davvero dei candidati del loro partito politico e degli alleati: “Cialtroni, pronti a tradire da domani”. 12 aprile 2006 – La lezione di giornalismo di Roberto Napoletano (e dei politici amici) Lezioni di giornalismo da Roberto Napoletano, direttore del ”Messaggero”. Mentre è ospite di Emilio Fede al ”Tg4”, riceve sul cellulare una chiamata da qualcuno a cui rivela che fino a quel momento in prima pagina non ha fatto mettere nessun articolo sull’Udc, ma che lo farà prestissimo. Ecco come si decidono i titoli di prima pagina: al telefono con i politici amici dell’editore (Caltagirone, padre dell’allora compagna dell’Udc Pier Ferdinando Casini). 1 novembre 2009 – La concorrente sviene? The show must go on per Mike Alla ”Ruota della Fortuna” (Canale 5) una concorrente si sente male e sviene. Mike Bongiorno, molto contrariato per l’inconveniente, però non si scompone: il gioco deve andare avanti lo stesso. 23 e 24 maggio 2017 – L’Insinna furioso Quando è in onda, Flavio Insinna vuole vivere “in un paese gentile” e non nell’Italia che “umilia le persone”. Fuorionda, invece, chi umilia colleghi e concorrenti di ”Affari tuoi” è proprio lui. Infuriato per il ”taroccamento” non riuscito del risultato finale del programma, Insinna dice cosa avrebbero dovuto fare i responsabili: interrompere la registrazione e convincere la concorrente valdostana, definita “nana di mer..”, a rifiutare l’offerta della dottoressa: “La si porta di là, la si colpisce al basso ventre e dici: ‘Adesso tu rientri e giochi! Perché è Raiuno non è Valle D’Aosta News. Mortacci tua!'”. Clamorosa la reazione del direttore di Raiuno dell’epoca, Andrea Fabiano, che su Twitter difese Insinna: “Solidarietà totale, umana e professionale al conduttore”. Non risulta, invece, nessun tweet per la concorrente valdostana insultata. 10 novembre 2022 – Guido Crosetto contro Giuseppe Conte: ”un deficiente” Il ministro della Difesa Guido Crosetto va all’attacco dell’opposizione. Prima cita il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, poi dice: “Ho a che fare con un deficiente!”. 

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