Cronaca

Processo Borsellino: Patronaggio, “Via D’Amelio era un inferno, impossibile da coordinare”

“Via D’Amelio era un inferno, c’era tanta gente ed era impossibile coordinare”. Lo ha detto Luigi Patronaggio, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Cagliari e nel 1992 sotituto alla procura di Palermo.

“Ero magistrato di secondo turno – ha raccontato – e arrivai con un certo ritardo. La scena era davvero apocalittica. Il collega Pilato si diede da fare (per coordinare, ndr.) e io lo aiutai, poi andai a ispezionare con i carabinieri un immobile allontanandomi per un poco dal luogo del delitto. Si attese l’arrivo dei colleghi di Caltanissetta, e si preservo’ tutto per quresti colleghi. Non ho visto portare via la borsa di Borsellino; quanto al suo contenuto si sapeva che in quella borsa potessero esservi i fascicoli relativi a Mutolo o a indagini intezazionali”.

Quanto alla cosiddetta ‘agenda rossa’, Patronaggio ha affermato: “Confermo che furono apposti i sigilli all’ufficio di Borsellino, ma non partecipai all’apposizione di questi sigilli ne’ stesi verbali o atti in merito”.

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