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Mamma fa spacciare figlio 9 anni, arrestata col compagno

Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e ricettazione, con l’aggravante di aver sfruttato per la commissione di quest’ ultimo reato il figlio di 9 anni. Sono le ipotesi di reato contestate nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Trani (Bat) nei confronti di due persone.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini condotte dal mese di luglio 2023 dalla sezione operativa del comando compagnia di Andria sotto la direzione della Procura della Repubblica, partendo dall’arresto in flagranza di reato di uno dei due indagati, per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacenti e detenzione di due armi alterate e munizioni clandestine.

In quella occasione sono stati sequestrati: 17,99 grammi di cocaina suddivisa in n 5 dosi, materiale da taglio del tipo mannite del peso di 9,56 grammi circa, materiale per il confezionamento, un bilancino di precisione, una pistola revolver a tamburo, calibro. 44, priva di matricola e segni identificativi, una pistola semiautomatica calibro 8, con canna modificata verosimilmente clandestina, completa di caricatore vuoto, 8 munizioni calibro 9X19, 15 munizioni calibro 3.80 (9 corto), 44 munizioni, calibro 44, marca russian di cui 4 bossoli esplosi.

Sin dalle primissime fasi successive, è emerso che l’arrestato si sarebbe potuto avvalere della collaborazione della compagna per il recupero dei crediti della sostanza stupefacente ceduta. In occasione dei colloqui in carcere durante i quali incontrava settimanalmente la convivente, impartiva a quest’ultima disposizioni sulle modalità esecutive da porre in essere per il recupero dei crediti pendenti dai vari acquirenti.

Le indagini supportate da attività tecnica espletata mediante intercettazioni telefoniche, dei colloqui in presenza in carcere, telematiche, acquisizione di tabulati, monitoraggio dei veicoli attraverso sistema di localizzazione satellitare Gps ordinaria attività di polizia giudiziaria quali servizi di osservazione, controllo, pedinamento, acquisizione documentale, perquisizioni e sequestri, hanno permesso di accertare che il detenuto, durante i colloqui in carcere, indicava alla donna nominativi e modalità per il recupero del denaro, chiedendole di avvicinare gli acquirenti debitori e minacciarli per l’immediata consegna di quanto dovuto.

I militari hanno monitorato le fasi di recupero dei crediti che, in più di una occasione avvenivano per il tramite del figlio minore della donna la quale, utilizzava il bambino per acquisire il denaro, modalità posta in essere verosimilmente per non destare sospetto alle eventuali forze dell’ordine che potevano avvicinarsi per un controllo.

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