Genitori anziani e figli emigrati fuori Caltanissetta. Le difficoltà di gestire le problematiche quotidiane
L’età che avanza, le eventuali problematiche di salute, le necessità fisiologiche e la difficoltà di riuscire a gestire tutte le esigenze personali.
Un problema che diventa sempre più impellente e concreto soprattutto per chi, per motivi di lavoro o di famiglia, sceglie di allontanarsi dalla propria terra di origine lasciando in città i propri genitori sempre più anziani.
Caltanissetta rientra perfettamente in questo quadro sociale che vede sempre più giovani e famiglie andar via in cerca di lavoro tagliando le proprie radici per creare una nuova pianta in un altro luogo. A restare, però, sono i genitori, quell’arbusto che ha dato loro la linfa vitale e che, soprattutto in una fase di anzianità, ha sempre più necessità ed esigenze. Riuscire a gestire tutto “a distanza” non è sempre facile e a volte le problematiche possono avere dei risvolti seri o difficilmente districabili.
È quanto ci ha raccontato Ilenia Pilato parlando dei suoi genitori che vivono in un appartamento in via Turati mentre lei è residente a Brescia ormai da diversi anni.
I miei genitori sono due pensionati di 80 e 82 anni e vivono in un appartamento in un palazzo dotato del riscaldamento centralizzato.
Sono sempre stati in regola con i pagamenti e le spesi di interesse comune ma, purtroppo, alcuni condomini non hanno garantito la stessa costanza e il rischio – altamente probabile – è che quest’anno non saranno disponibili i fondi per pagare la bolletta del gas obbligando tutti i residenti a restare al freddo e senza riscaldamento.
Una questione molto seria considerato l’arrivo della stagione invernale e dell’abbassamento drastico delle temperature. “Mio padre non è più in condizione di viaggiare e mia madre è molto legata alla sua città. Non vogliono e non possono trasferirsi qui da me a Brescia e non accettano che questa decisione sia legata a morosità altrui. E io non so più come devo comportarmi o a chi rivolgermi per tutelare la salute dei miei genitori e la serenità della quale hanno il diritto di godere dopo una vita di lavoro e di sacrifici”.
Un problema nel quale non si può entrare nel merito dato che non siamo a disposizione di tutte le motivazioni che hanno condotto il palazzo a queste conclusioni. Il problema, però, è rappresentativo di una nuova condizione sociale nella quale non è semplice poter vivere o saper gestire con agilità. La crisi economica, l’inflazione che ha eroso la capacità di acquisto degli stipendi, il denaro che “non basta mai” e la necessità di soddisfare i bisogni primari porta a una personale e spesso differente “scala delle priorità” dove la bolletta del gas del condominio non sempre è in cima al bilancio di ciascuna famiglia.
“Basterebbe che l’impianto di riscaldamento venga separato da quello dei condomini” si potrebbe commentare. Sembra facile ma non sempre si può passare con facilità dalle parole ai fatti. La ricerca di un’impresa che curi i lavori, tutta la gestione di una casa nella quale “entrano i muratori” e bisogna spostare mobili, oggetti e ripulire la polvere, la spesa economica che non tutti possono permettersi non è un compito che spesso può essere svolto “a distanza” dai figli o in autonomia dagli anziani genitori.
È sempre più difficile vivere bene in tarda età soprattutto quando l’energia della giovinezza comincia a sfiorire e le esigenze diventano impellenti.
Un problema che molti ex nisseni
percepiscono pensando, magari, che ai genitori non è stata più rinnovata la
patente e anche per andare a fare la spesa o dal medico serve una figura pronta
per supportare i bisogni.
La società moderna, sempre più mononucleare, ha generato un nuovo problema
sociale: nessuno ha più l’opportunità di prendersi cura materialmente dei
propri cari. E i problemi non riguardano soltanto questioni logistiche ma anche
psicologiche come, ad esempio la solitudine. Alcune parrocchie, come quella di
San Pietro, si sono organizzate creando iniziative pensate soprattutto per la
terza età così come diverse associazioni e patronati hanno strutturato eventi o
attività dedicate. Non sempre, però, queste riescono a colmare tutte le
necessità.
Se nella società si continua a registrare un innalzamento delle aspettative di vita, però, non sarebbe indispensabile pensare a progetti per questa fascia di popolazione? Iniziative che, magari, potrebbero essere curate e gestite dalle generazioni “più giovani”, magari quelle dell’età dei loro stessi figli offrendo, così, opportunità di sviluppo economico oltre che sociale. E non tutti, così, si sentirebbero obbligati ad abbandonare la propria città. Sarebbe un modo per consentire a chi resta di prendersi cura dei genitori di chi va via. Sarebbe una nuova forma di rete sociale e relazione umana che innalzerebbe la qualità di vita e il benessere di tutti.