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Caltanissetta, venerdì un presidio per la pace “per lasciare fuori la guerra dalla storia”

Redazione 3

Caltanissetta, venerdì un presidio per la pace “per lasciare fuori la guerra dalla storia”

Ven, 24/11/2023 - 08:58

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E’ stato organizzato a Caltanissetta un presidio per la pace che partirà alle ore 16:00 da Corso Umberto I° per testimoniare il “no alla violenza, gridare che non vogliamo né guerre né eroi di guerra, affermare che un altro mondo fuori dalla logica del dominio e della forza, è possibile, anzi ormai necessario per la sopravvivenza dell’umanità”.

“Non ci saranno “discorsi” – ha sottolineato la referente nissena Loredana Rosa – ma solo bandiere della pace e “conversazioni” con chi vorrà sapere o semplicemente dire”.

A organizzare questo evento è il “Presidio donne per la pace” che sarà anche anche in piazza Vittorio Veneto a Palermo, davanti al monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale che spiegano così le loro motivazioni:

“Sarà l’occasione per fare ancora presente il ‘no’ alla violenza – spiegano il cartello di associazioni che promuove la protesta -, gridare che non ci vogliono né guerre né eroi di guerra, affermare che un altro mondo fuori dalla logica del dominio, della forza, è possibile, anzi ormai necessario per la sopravvivenza dell’umanità. Di fronte alla brutalità di azioni militari che colpiscono perfino gli ospedali, alla grande sofferenza di un popolo in fuga, allo strazio dell’uccisione di bambini, donne, civili è necessaria una risposta di civiltà che metta al primo posto la difesa della vita”.

“Prima di essere cittadini di nazioni diverse siamo esseri umani – concludono -. ‘La mia patria è il mondo intero’, diceva Virginia Woolf. Occorrono un’analisi e una ricerca attenta di tutte le cause, di tutti gli elementi che aiutino a trovare vie di mediazione e di pace”.

Siamo dentro una perversa spirale di odio e di violenza che rischia di travolgere tutti e tutte. Si sono allargati i fronti di guerra.

Cresce tragicamente il numero dei morti. Siamo sconvolte, addolorate dalla ferocia con cui i paesi cosiddetti democratici perseguono il principio del fine giustifica i mezzi, causa di tanti mali e sofferenze.

La logica patriarcale della forza, che da donne conosciamo bene per averla subita, prevale senza che valgano più le regole e i limiti che gli stessi uomini si erano dati per contenerla, ridotti ormai a pura forma. Di fronte alla brutalità di azioni militari che colpiscono perfino gli ospedali, alla grande sofferenza di un popolo in fuga, allo strazio dell’uccisione di bambini, donne, civili ci aspettiamo soprattutto dall’ ”occidente” una risposta di civiltà che metta al primo posto la difesa della vita. Prima di essere cittadini/e di nazioni diverse siamo esseri umani.

“La mia patria è il mondo intero” diceva Virginia Woolf .

Ci aspetteremmo un’analisi e una ricerca attenta di tutte le cause, di tutti gli elementi che aiutino a trovare vie di mediazione e di pace. Al contrario ci si ferma al presente, azzerando la storia e ipotecando il futuro a una tragica iterazione di eventi negativi. Sconcerta l’ostinazione a schierare nel campo dei nemici chi tenta di pensare criticamente e liberamente, sconcerta l’uso disinvolto della menzogna, sconcerta il cinismo di chi giustifica o inneggia a uccisioni e massacri di civili, sia da parte del potere sia da parte di chi dice di volerlo abbattere. Alla forza si risponde con la forza, incapaci di prefigurare un mondo diverso che metta al centro il valore della cura della vita. Noi non ci stiamo! Per esperienza sappiamo che non dichiarare guerre e lavorare per la pace è possibile.

L’abbiamo fatto, continuiamo a farlo anche all’interno delle nostre famiglie. Ci dispiace che anche le donne entrino negli schieramenti maschili invece di partire da sé, di approfittare, come diceva Carla Lonzi, della differenza che consiste nell’assenza di 2000 anni dalla storia. Una storia maschile che ha fatto della guerra un male necessario, inevitabile, glorificando chi muore combattendo con i concetti d’onore e di eroismo.