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Caltanissetta, Borgo Petilia in festa peri 90 anni di “U Zì Ginu”: Luigi Tramontana è il più anziano dei residenti

Redazione 3

Caltanissetta, Borgo Petilia in festa peri 90 anni di “U Zì Ginu”: Luigi Tramontana è il più anziano dei residenti

Gio, 30/11/2023 - 12:09

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Il signor Luigi Tramontana, conosciuto a Caltanissetta come “U Zì Ginu” compie 90 anni.

Un fatto che al giorno d’oggi, grazie alle evoluzioni della medicina e della tecnologia, diventa sempre più un evento “ordinario”.

A Borgo Petilia, invece, questa “cifra tonda”, ingresso nell’ultima decade che porta verso il secolo di vita, se riferita a Luigi Tramontana è un evento è “straordinario” da festeggiare.

Quest’uomo dalla grande generosità e sensibilità è anche il residente più anziano del Borgo Petilia e, dunque, colui che ha visto tutto ciò che è avvenuto in questo territorio dal 1933 a oggi.

“U zì Ginu è un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro e alla sua amata famiglia. Fin da piccolo ha vissuto tra i campi, contadino da sempre e ancora oggi nonostante la sua età godendo di ottima salute e non conoscendo nessun medico continua a coltivare il suo orticello davanti casa”.

Un impegno altruistico e generoso poiché, ancora oggi, dopo aver raccolto i frutti della terra li distribuisce non soltanto ai figli ma a tutto il vicinato. Famiglie alle quali lui è molto legato e dalle quali è particolarmente stimato come esempio da seguire”.

Borgo Petilia è stato protagonista di tutte le vicende della sua vita già da quando ha creato la sua grande famiglia insieme alla moglie Elena, prematuramente scomparsa ma ancora viva nel ricordo di chi la ama.

Dalla coppia è derivata una numerosa discendenza. I figli Giuseppe, Salvatrice, Grazia e Mariassunta, infatti, lo hanno reso nonno di Salvatore, Elena, Gianluigi, Luigi, Giuseppe, Ilaria, Giuseppe, Adele e bisnonno di Lucrezia e Giuseppe.

La famiglia lo descrive come un papà e un nonno speciale, sempre presente e attento a ciò che lo circonda dispensando tre preziosi doni: l’amore la forza e il sostegno. “Ciò che siamo – hanno commentato i figli – lo dobbiamo soprattutto a te”