Salute

Società e benessere. Educare all’empatia per una comunicazione efficace e una vita più solidale

Nunzia Caricchio

Società e benessere. Educare all’empatia per una comunicazione efficace e una vita più solidale

Lun, 30/10/2023 - 11:05

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In un mondo dove i conflitti interpersonali dilagano sempre di più, si cerca di educare, nonostante le varie difficoltà, all’empatia, affinché ogni individuo possa capire e sentirsi capito e non ledere in alcun modo il suo benessere.

Empatia è una delle parole chiave con cui si dovrebbe scrivere una nuova storia della società e permettere a essa di educare i propri figli con valori sani e saldi, mettendo al centro della cura e dell’attenzione la persona, e non il profitto.

L’empatia è, come scritto all’interno del vocabolario Treccani, la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro.

Educare, dunque, sin da piccoli, all’empatia può rappresentare un passo pieno e consapevole verso un futuro più responsabile ed equo?

Secondo lo psicologo Martin Hoffman l’empatia si erge su tre pilastri: affettivo, cognitivo e motivazionale.

Il primo nasce insieme a noi ed è puramente affettivo; il secondo si affina con le esperienze di vita che ci portano a crescere; mentre il terzo nasce dal fatto che ci immedesimiamo nella sofferenza altrui e che, quindi, ciò ci porta a una spinta, a una determinata motivazione.

Provare le emozioni dell’altro, comprendere se stessi e l’altro. Ecco l’empatia di cosa è fatta; educare sin dalla prima infanzia, portare l’educazione all’empatia nei laboratori di didattica a scuola significa consentire al bambino di potenziare capacità e di sviluppare abilità che consentono di andare oltre il solito contesto e di ottenere da adulto strumenti efficaci anche in ambito lavorativo.

Sul lavoro, infatti, l’empatia permette di approcciarsi ai colleghi in modo spontaneo e comprensivo, aprendosi all’ascolto e al dialogo senza fare ostruzionismo, senza affidarsi ai pregiudizi e senza, tra l’altro, costruire rapporti sull’invidia e sull’egoismo.

Confrontarsi, interessarsi dello stato emotivo dell’altro, mostrarsi così per come si è, affinché anche l’altro, sentendosi capito e apprezzato, possa fare lo stesso con il prossimo.