Dallo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo all’uccisione di Marisa Leo a Marsala per mano dell’ex compagno, dalla brutale violenza ai danni delle cugine di Caivano all’assassinio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi.
Il fenomeno della violenza di genere riguarda, in modo trasversale, l’intero Paese. Soltanto nel 2022, secondo i dati del Viminale, in Italia si sono registrati 300 omicidi, con 119 vittime donne di cui 97 uccise in ambito familiare o affettivo. Questo il tema della tavola rotonda che si è tenuta al Saracen Sands Hotel & Congress Center di Isola delle Femmine (Palermo). Un momento di confronto tra professionisti, esperti sanitari e figure istituzionali finalizzato ad affrontare uno dei temi più attuali della nostra società.
Spunti di riflessione mirati alla soluzione di un fenomeno che sembra non arrestarsi mai.
“Mi è sembrato un dovere civico parlare di violenza di genere – ha dichiarato il responsabile scientifico dell’evento dottor Giuseppe Scaglione, noto ginecologo palermitano esperto in malattie HPV correlate – perché purtroppo la lista degli orrori è in aumento quotidiano e incessante, un effetto domino. Sono convinto che parlare di una cosa significa già lavorare a risolvere un problema.
Questa violenza è aberrante e rivoltante”. Tra gli ospiti anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla: “Ad oggi in Italia contiamo 90 femminicidi in nove mesi nel 2023, uno ogni tre giorni, 10 al mese. Un dato allarmante e preoccupante. La causa fondamentale è una variazione del paradigma del rapporto uomo e donna col primo che non esce abbastanza bene perché si dimostra in difficoltà nel staccarsi da un concetto proprietario che poi diventa evidente complesso di inferiorità nei confronti di un sesso che ha dimostrato di saper far più cose e in breve tempo.
Esistono due terapie: quella preventiva che parte dalle scuole, noi abbiamo la necessità di scolarizzare i bambini il più precocemente possibile. Parlare con loro, impegnarli e farli stare insieme perché farli rimanere davanti ai computer tutto il giorno divorati dai social è un errore grave.
L’altra terapia riguarda la rete di protezione che va messa in campo, a partire dagli studi medici fino a arrivare alle strutture sociali. Utilizzare i mezzi di comunicazione è importante per trattare l’argomento, ma mai arrivare ad essere eccessivi”.