Nel quinquennio 2018-2022, sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1 per cento del totale ovvero piu’ di una su tre. E’ quanto emerge dal Rapporto GreenItaly, arrivato alla quattordicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne, presentato oggi. Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9 per cento degli occupati totali, 3.222 mila unita’.
In questa analisi spicca Caltanissetta che, in termini di incidenza dei nuovi contratti green jobs sul totale dei nuovi contratti della provincia.
Milano segna anche nel 2022 il maggior numero di attivazioni green (186.360 contratti attesi, pari al 10,3 per cento del totale dei contratti green jobs su scala nazionale ed al 41 per cento del totale delle attivazioni previste nella provincia). In particolare, nelle province di Milano, Roma, Napoli e Torino e’ concentrato circa un quarto (24,9 per cento) del totale delle nuove attivazioni green attese nel 2022. I valori piu’ elevati si registrano nelle province di Piacenza (52,2 per cento), Caltanissetta (48,5 per cento), Lodi (46,4 per cento) e Frosinone (45,2 per cento).
A livello nazionale nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1 per cento dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 milioni), con un incremento di 215.660 unita’ rispetto alla precedente rilevazione. Tra le aree aziendali piu’ interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree progettazione e sviluppo (incidenza 87 per cento), logistica (81,7 per cento) e marketing e comunicazione (79,2 per cento). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2022 – su un totale di quasi 5,2 milioni di contratti previste nel mercato del lavoro – questa conoscenza e’ stata ritenuta necessaria nell’81,1 per cento dei casi, per circa 4,2 milioni di contratti.
A livello territoriale, il Nord-Ovest si conferma l’area con il maggior numero di attivazioni green programmate, 598.250 unita’ nel 2022, segnando un +13,5 per cento rispetto all’anno precedente. Il tasso di crescita piu’ significativo si registra al Centro, +15,9 per cento tra il 2021 ed il 2022 (323.590 nuovi contratti green a fine periodo), mentre cresce meno della media nazionale il Mezzogiorno, +11,2 per cento (453.620 contratti green). A chiudere il quadro il Nord-Est che nel 2022 fa registrare un +14,1 per cento rispetto al 2021 (440.660 attivazioni). In termini di incidenza delle attivazioni programmate di green jobs sul totale delle assunzioni attese nel 2022 per macro-area, il Nord-Ovest e’ ancora una volta leader con il 39,2 per cento, seguito dal Nord-Est (35,4 per cento), entrambi con valori superiori alla media nazionale (35,1 per cento). Al di sotto della media nazionale, invece, il Centro con il 31,7 per cento di contratti green sul totale macro-area (e’ aumentata di ben 1,2 punti percentuali rispetto al 2021), ed il Sud e Isole con un’incidenza sostanzialmente identica a quella dello scorso anno (32,7 per cento nel 2022 contro il 32,8 per cento del 2021).
A livello regionale la Lombardia continua a contraddistinguersi come la regione piu’ dinamica, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 14,7 per cento rispetto al 2021), primato che possiede non soltanto in termini assoluti ma anche relativi (l’incidenza dei green jobs sul totale delle attivazioni previste nella regione e’ del 40,8 per cento). Nelle prime quattro regioni per numero di attivazioni green jobs (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio) e’ concentrato il 51,9 per cento dei nuovi contratti. Rispetto al 2021, la crescita dei contratti green jobs e’ stata poco uniforme, accentuando le differenze regionali gia’ esistenti. Infatti – considerando un intervallo di +/- cinque punti percentuali rispetto alla media nazionale (+13,5 per cento) – si registra una crescita oltre l’intervallo in Emilia-Romagna (+20,1 per cento) e Marche (+19,1 per cento), ed inferiore all’intervallo in Abruzzo (+8,5 per cento), Puglia (+7,3 per cento), Trentino-Alto Adige (+6,6 per cento), Basilicata (+6,3 per cento), Liguria (+5,2 per cento), Friuli-Venezia Giulia (+3,2 per cento), Molise (+1,6 per cento) e Valle d’Aosta (unica a far registrare una contrazione, -1,3 per cento).