il Fatto Siciliano

Giustizia, Schifani: «Nuove sedi in Sicilia per Cga e Corte dei Conti»

«È preciso impegno del mio Governo dotare sia il Consiglio di giustizia amministrativa che la Corte dei conti per la Regione Siciliana di nuove prestigiose sedi». Lo ha dichiarato il presidente Renato Schifani nel corso del suo intervento di saluto in apertura del convegno “Giustizia al Servizio del Paese”, organizzato dalla Corte dei conti a Palazzo Sclafani di Palermo.
Le sedi identificate sono Villa Belmonte, per la quale sono in via di definizione i lavori di manutenzione straordinaria, e Palazzo delle Finanze, una volta che sarà definito il trasferimento alla Regione da parte del governo centrale.

«Il proficuo confronto – aggiunge Schifani – con l’Agenzia del demanio potrà consentire, inoltre, di risolvere anche la questione di una sede appropriata per la Corte tributaria di secondo grado della Sicilia».
Nel corso del suo intervento, Schifani ha voluto ringraziare il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino per avere promosso il convegno. «La circostanza che le magistrature siano convenute a Palermo nel 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione – ha sottolineato il governatore – riveste un importante valore simbolico per la città, ma anche per l’intera Sicilia».

Nel sottolineare il rapporto tra Costituzione e Statuto Siciliano, in particolare l’articolo 23 sulle sedi degli organi giurisdizionali centrali nell’Isola come per il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, il presidente Schifani ha ricordato che «ancora si attendono le norme di attuazione per la Corte di cassazione già oggetto di formale proposta da parte della Regione al Governo centrale».

Nel corso dei lavori della giornata di domani, il presidente Schifani accoglierà il Capo dello Stato Sergio Mattarella. «I contributi e le riflessioni che emergeranno da questi due giorni – ha concluso il governatore – potranno offrire, ne sono certo, nuova linfa al fondamentale dibattito sulla Giustizia, al dialogo tra le giurisdizioni, alla consapevolezza che la legittimazione di ogni potere deve nutrirsi della responsabilità».

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