Nelle giornate del 21 e 22 Settembre, in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer, , è stato realizzato uno screening per il rilevamento dei segni precoci di deterioramento cognitivo, in collaborazione tra l’Associazione Familiari Alzheimer di Caltanissetta ed il Dipartimento di Cure primarie, nella persona del dott Salvatore Torregrossa, Responsabile del centro diurno Alzheimer ASP di Caltanissetta.
Il 58% delle persone che si è sottoposto al test lo ha fatto con la consapevolezza che le proprie funzioni cognitive fossero meno efficienti del solito, pertanto l’esigenza di un controllo è stata forte, il restante lo ha fatto per semplice curiosità. Di questi risultati bisogna darne merito alle campagne di sensibilizzazione e di informazione di cui la nostra associazione se ne è fatta carico in questi anni.
Alla luce di ciò abbiamo evidenziato che i risultati rilevati iniziano ad essere sempre più allarmanti, il 42% degli esaminati infatti, è stato invitato ad effettuare ulteriori controlli presso i servizi ASP in base alla natura della sintomatologia rilevata. Sono dati importanti e che devono far riflettere.
L’età media inizia ad abbassarsi, e lo dicono i dati. In Italia, secondo stime dell’Osservatorio demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, circa 1.100.000 persone soffrono di demenza (di cui il 50-60% sono malati di Alzheimer, circa 600mila persone) e circa 900.000 con disturbo neurocognitivo minore (Mild Cognitive Impairment).
Inoltre, sono circa tre milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte. Altrettanto significativa è la presenza del tema delle demenze quale oggetto di una delle nuove Joint Actions (JAs) contenute nel Work Plan 2023 del Programma per l’azione dell’Unione Europea nel campo della salute per il periodo 2021-2027 che individua la prevenzione e diagnosi precoce delle malattie neurologiche, anche affrontando lo stigma associato alla demenza e implementando modelli di assistenza integrata incentrati sulla persona, tra le possibili aree prioritarie disegnate e finanziate in modo congiunto dalla Commissione Europea e dalle Autorità responsabili per la salute nei vari Paesi membri.
“In poche parole – spiega Antonina Sorge, Presidente dell’Associazione Familiari Alzheimer Caltanissetta ODV – è una emergenza che non deve essere sottovalutata, per questo gli screening devono essere effettuati con più frequenza dai professionisti del settore, alcuni fattori dementigeni, se rilevati in tempo, possono alzare la qualità della vita, così come la presa in carico alla luce delle attuali terapie disponibili può dare sollievo alle famiglie e gravare anche meno sul sistema sanitario”.
In questo contesto l’informazione e la sensibilizzazione risultano importantissime, affinchè le persone si rendano consapevoli a partire dal rilievo del problema alla gestione del paziente. Ed è proprio quest’ultima che risulta più complessa, in quanto i familiari si trovano molto spesso disorientati, le strutture sanitarie pubbliche non sono sufficienti ad accogliere quello che già da oggi inizia ad essere numero ancor più rilevante di soggetti con demenza.
E’ un carico emotivo ed economico difficile da supportare e quello che ad oggi si chiede Antonina Sorge, Presidente dell’Associazione Familiari Alzheimer Caltanissetta ODV, è quando il nostro sistema sanitario ne trarrà reale consapevolezza? Quando chi lo gestisce sarà veramente sensibile ai problemi di chi quotidianamente affronta la malattia?
“Sono domande – risponde la presidentessa – che esigono delle risposte immediate, si è già perso troppo tempo, le soluzioni ci sono,i fondi ; il fondo per l’Alzheimer e demenze, ha stanziato 14 milioni e 100.000 euro per le Regioni e le Province Autonome (PA) e 900.000 euro per l’Istituto Superiore di Sanità per l’esecuzione di una serie di attività progettuali orientate al perseguimento degli obiettivi del Piano Nazionale delle Demenze (PND) da realizzare nel triennio 2021-2023; ma ci deve essere una consapevole volontà dalla quale il nostro sistema sanitario non deve esimersi e ci si chiede infatti quanti di questi fondi sono stati utilizzati nella nostra Regione, per campagne di screening , informazione, sensibilizzazione.
Fatemelo dire, nella nostra città ad oggi solo la nostra Associazione ha sollecitato tali campagne ed è veramente poco per l’emergenza in atto. Possiamo solo augurarci che la situazione migliori e che la Sanità non sottovaluti questo problema sociale che ci coinvolge tutti”.