Cronaca

ActionAid: il sistema del CPR è costoso (53 milioni in 3 anni), inumano e fallimentare

Quanto costano i Cpr?

In tre anni, dal 2018 al 2021, 53 milioni complessivi, con un costo medio di ciascuna struttura di un milione e mezzo l’anno. Ogni posto ha un costo medio annuo di 21mila euro.

A fare i conti in tasca ai Cpr è il report ‘Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Un lavoro di analisi che passa al setaccio il sistema di “detenzione” dei centri di permanenza tra il 2014 e il 2021, con dati raccolti attraverso 51 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 30 richieste di riesame. Un lavoro di ricostruzione di informazioni, dal dato complessivo fino alla singola struttura. Dei 53 milioni spesi, quasi 15 milioni spesi per la manutenzione dei Cpr, di cui oltre il 60% è stato utilizzato per interventi di manutenzione straordinaria, cioè ristrutturazioni dovute a danneggiamenti.

A conferma che il prolungamento dei tempi di trattenimento comporta solo la crescita delle spese di manutenzione straordinaria: nel 2018 a 27 giorni di permanenza media in un Cpr corrispondono 1.2 milioni di euro per costi di manutenzione straordinaria; nel 2020, a fronte di 41 giorni di permanenza media i costi erano balzati a 4.1 milioni. Crescono i costi mentre vengono fatti tagli ai servizi di assistenza per le persone: sono 9 i minuti di assistenza legale a settimana per ospite, 9 minuti a settimana di assistenza sociale per ospite, 28 minuti a settimana per la mediazione linguistica.

Sono due i due tipi di Cpr: i centri di frontiera, con tempi di permanenza media più corti ed elevata incidenza dei rimpatri eseguiti (Caltanissetta, Trapani) e i Cpr come estensione del carcere, con permanenza lunga e pochi rimpatri (Torino e Brindisi). È quanto emerge dal report ‘Trattenuti. Lo scenario – scrive ActionAid – è quello di una progressiva e voluta confusione del sistema di accoglienza con il sistema detentivo per rimpatri nelle zone di frontiera. Dal 2014 al 2021 oltre il 74% delle 37mila persone entrate in un Cpr sono state trattenute nei centri di Caltanissetta (22%), Roma (21%), Torino (19%) e Bari (12%).

La percentuale di donne trattenute è in costante calo: dal 20,5% sul totale degli ingressi del 2016 allo 0,1% del 2021.Un sistema “inumano e costoso, inefficace e ingovernabile, che negli anni ha ottenuto un solo risultato evidente: divenire lo strumento per rimpatri accelerati dei cittadini tunisini, che nel periodo 2018-2021 rappresentano quasi il 50% delle persone in ingresso in un Cpr e quasi il 70% dei rimpatri”, scrive ActionAid. Ma i migranti tunisini sono stati “solo il 18% degli arrivi via mare nel 2018-2023”.

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