Primopiano

Sicilia, sempre più giovani diventano consulenti del lavoro. Ora la sfida è occupare gli ex RdC

Sempre più giovani in Sicilia diventano consulenti del lavoro. E questo perché non si è più solo professionisti al servizio delle aziende: i consulenti, grazie alla loro Fondazione per il Lavoro, sono anche nel circuito per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e, quindi, pienamente coinvolti dalla recente “riforma Calderone” nella complessa sfida del reinserimento lavorativo degli ex percettori di Reddito di cittadinanza.
In Sicilia la sfida è enorme, per i Centri per l’impiego pubblici come per i privati: sono 155.624, secondo l’ultimo monitoraggio Anpal aggiornato al 30 giugno scorso, gli ex Rdc (42,5%), nonché i percettori di indennità e i soggetti delle categorie fragili, presi in carico dal programma “Gol” finanziato dal Pnrr, di cui 55.909 sono già stati indirizzati verso un percorso di reinserimento lavorativo.

Per questo scopo la Regione siciliana sta sottoscrivendo le convenzioni con le agenzie private di lavoro. A questi si aggiungono circa 30mila ex percettori di Rdc che in tutta Italia si sono iscritti alla nuova piattaforma Siils per avere diritto ai 350 euro mensili per 12 mesi “purché dimostrino di essersi attivati per la ricerca di una politica attiva del lavoro”.

Gli sviluppi della professione di consulente del lavoro e il reinserimento lavorativo degli ex Rdc saranno al centro, domani, 21 settembre, alle ore 15, a Sciacca, presso il Mangia’s Torre del Barone Resort, della settima edizione del “Premio Giovanni Cumbo” che sarà conferito a 14 consulenti che hanno completato 40 anni di carriera, al migliore giovane che ha superato l’ultimo esame di abilitazione alla professione e ai 49 neoiscritti all’albo professionale. Fra questi c’è il caso singolare di un passaggio di testimone: Giuseppe Ilacqua di Siracusa sarà premiato per i 40 anni di carriera nello stesso giorno in cui il figlio Salvatore riceverà il premio come nuovo iscritto.

Interverranno il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca; il presidente della Fondazione consulenti per il Lavoro, Vincenzo Silvestri; il presidente della Consulta regionale dei consulenti del lavoro, Maurizio Adamo; il direttore generale dell’ente di previdenza di categoria Enpacl, Fabio Faretra; il presidente dell’Ordine provinciale di Agrigento, Enrico Vetrano; il direttore regionale dell’Inail Sicilia, Giovanni Asaro, con il quale saranno affrontati anche i temi d’attualità della sicurezza sul lavoro; i dirigenti provinciali dei Centri per l’impiego, dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate; il sindaco di Sciacca, Fabio Termine.

I DATI
A differenza del resto del Paese, dove nel 2022 si è registrata una lieve flessione di iscritti, in Sicilia lo scorso anno si sono registrate 49 nuove iscrizioni e quest’anno altri 63 laureati si stanno sottoponendo agli esami di abilitazione. Secondo i dati elaborati dall’Enpacl, dal 2020 al 2022 in Sicilia il saldo fra iscritti e pensionati è attivo per 29 unità. Il numero complessivo di consulenti del lavoro in attività nella regione, infatti, è passato da 2.188 del 2020 a 2.217 dello scorso anno.

E sono le consulenti donne, che rappresentano il 40% degli iscritti, a trainare la crescita, facendo registrare una variazione positiva nel 2021 maggiore di quella rilevata per gli uomini (rispettivamente +1,3% e +1,1%); la differenza è ancora più forte nel 2022, anno in cui le iscritte crescono dell’1%, mentre gli iscritti maschi fanno registrare una riduzione del -0,5%.
Le due province per le quali si rileva, in termini relativi, la crescita maggiore tra il 2020 e il 2022 sono Ragusa, con un +5,6% nel biennio (+3,6% nel 2021 e +1,9% nel 2022), ed Enna con il +6,6% (+3,3% nel 2021 e 3,2% nel 2022). Anche qui è la componente femminile che fa registrare, tendenzialmente, la percentuale maggiore di crescita.

Per Agrigento e Trapani la collettività resta invariata, mentre Caltanissetta e Siracusa vedono i propri iscritti ridursi di due unità dal 2020 al 2022.
L’età media si va riducendo per effetto di una maggiore iscrizione di giovani consulenti, con età media pari a 36 anni circa, superiore al numero di professionisti che si sono cancellati nel triennio e che avevano un’età media di 56 anni circa. Le consulenti donne sono più giovani mediamente di 3 anni rispetto ai colleghi uomini.

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