“Giornalisti violenti” e “pornografia del dolore”: sono alcune delle scritte con cui alcuni militanti del movimento “Non una di meno di palermo” hanno imbrattato la scorsa settimana la sede del Giornale di Sicilia a Palermo e poi rivendicato il gesto con un comunicato, ricevendo in entrambi i casi la condanna dell’Ordine dei Giornalisti e di Assostampa.
“Mentre in redazione chiudevamo in serata il giornale e decidevamo di dare (ritenevamo giustamente, ma ci siamo dovuti ricredere) ampia evidenza, con tanto di richiamo e foto in prima pagina, all’intervista alla rappresentante dell’associazione ‘Non una di meno’ e alle sue condivisibili parole di denuncia e proposta – ha spiegato in un recente editoriale il direttore del quotidiano, Marco Romano – contemporaneamente un paio di militanti della stessa associazione, incappucciati ma abbondantemente ripresi dalle videocamere di sorveglianza, imbrattavano i muri della nostra sede con deliranti e incomprensibili attacchi contro i giornalisti violenti e contro quello che a loro dire non e’ giornalismo ma pornografia del dolore. Detto che ampia documentazione video e’ gia’ stata allegata alla inevitabile denuncia presentata alle autorita’ competenti – ha aggiunto Romano – vogliamo rassicurare gli autori di questa epica impresa, rivendicata ieri con un altrettanto delirante comunicato inviato ‘agli organi di stampa con preghiera di pubblicazione’ per sputare fiele proprio contro quegli stessi organi di stampa cui si chiede spazio: la vernice spray usata per tracciare quelle farneticanti e vagamente minacciose frasi non vale un solo sbuffo dell’inchiostro che continueremo a usare ogni giorno per raccontare, denunciare e approfondire nel modo piu’ corretto ed esaustivo possibile un tema cosi’ drammaticamente attuale e reiterato come la violenza sulle donne”.
In un comunicato giunto nelle redazioni di quotidiani e agenzie il movimento “Non una di meno” aveva rivendicato il gesto, allegando due fotografie delle scritte: “Ieri notte – recita il comunicato – a Palermo il nodo locale ha deciso di focalizzarsi su un tema specifico e scendere in campo contro la violenza mediatica perpetrata dal mondo della stampa e dell’informazione in materia di violenza di genere. Per questo le scritte su una facciata simbolica di una redazione giornalistica, dai messaggi chiari e davvero poco equivocabili: ‘Questo non e’ giornalismo ma pornografia del dolore’ e ‘Ti rissi no! Giornalisti violenti'”.
L’Ordine dei giornalisti ha commentato il gesto sottolineando che si e’ trattato di “un attacco diretto all’esercizio della funzione del cronista e al diritto di cronaca”. “Non ci risulta infatti – afferma l’Ordine – che i colleghi del Giornale di Sicilia, professionisti stimati, abbiano leso i diritti fondamentali regolamentati dalle norme deontologiche cui i giornalisti devono attenersi. Questa e’ la linea di demarcazione tra chi fa dell’informazione una professione e chi, eventualmente, ‘pornografia del dolore'”. A sua volta, Assostampa ha sottolineato che “i colleghi della testata palermitana hanno trattato col consueto rispetto delle regole e la delicatezza” i fatti di Palermo e il femminicidio nel Trapanese. “Col paradosso – aggiunge il sindacato – che mentre sui social impazzano i nomi, cognomi e fotografie di vittime e carnefici i mezzi di informazione tradizionali si attengono, giustamente, a regole piu’ stringenti a tutela in primo luogo di chi e’ vittima. Ci sentiamo quindi di condividere le parole del direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano, che nel suo fondo ha parlato di ‘fetida giungla senza regole e senza filtri dei social network’. Ragionare, criticare, mettere in discussione, andare controcorrente: sono tutte attivita’ che costituiscono il sale della democrazia e l’essenza stessa del vivere insieme. Ma tutto questo deve svolgersi in un alveo di civilta’. Imbrattare i muri di un giornale non lo e’ sicuramente. E’ grave, oltre che molto spiacevole additare un gruppo di lavoro come una redazione di colpe che non ha commesso. Il sindacato – conclude la nota – offre la sua solidarieta’ ai colleghi del Giornale di Sicilia confidando nella loro capacita’ di non fermarsi mai nel raccontare vizi, vezzi e virtu’ di Palermo, ed e’ al loro fianco nella difesa della dignita’ del lavoro di giornalista nel rispetto delle regole deontologiche e del vivere civile”.