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Prestiti finalizzati e non finalizzati: le differenze

Il consumatore che desidera ottenere un prestito ha la possibilità di scegliere tra numerose soluzioni. La grande varietà di prodotti e offerte può però rendere la scelta piuttosto complessa.

Capire quali sono le differenze tra prestito finalizzato e non finalizzato, ma anche tra un prestito personale a tasso fisso e uno con la cessione del quinto, è fondamentale per individuare la soluzione giusta per le proprie esigenze.

Differenze tra prestito finalizzato e non finalizzato

I prestiti possono essere suddivisi in due grandi categorie: quella dei prestiti finalizzati e quella dei prestiti non finalizzati.

La prima categoria include tutte le forme di finanziamento la cui erogazione è subordinata all’acquisto di beni o servizi specifici. In questo caso, il denaro non viene, in genere, accreditato sul conto corrente del richiedente. Al contrario, viene consegnato direttamente al venditore. Il debitore, entrato subito in possesso del bene di suo interesse, si impegna a rimborsare il prestito in rate mensili il cui numero e la cui durata vengono stabilite in fase di richiesta.

Nella seconda categoria, ossia in quella dei prestiti non finalizzati, sono invece incluse tutte quelle forme di prestito che consentono al richiedente di entrare in possesso di una somma di denaro di importo variabile. Versato direttamente sul suo conto corrente, il denaro potrà essere speso liberamente per fare un viaggio, acquistare dei medicinali, pagare il dentista, acquistare una bici elettrica, frequentare un corso di formazione all’estero e altro ancora.

Anche in questo caso, il debitore si impegna a restituire il denaro in rate periodiche.

Prestiti non finalizzati: il prestito personale e la cessione del quinto

Tra le forme di prestito non finalizzato più conosciute e diffuse rientrano il prestito personale e quello con la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Entrambi consentono al richiedente di ottenere una somma di denaro di importo variabile, in genere non superiore ai 75.000 o agli 80.000 euro, da restituire in un massimo di 120 rate mensili.

Diversi sono il target di riferimento, le modalità di pagamento delle rate e, in parte, la documentazione da presentare in fase di richiesta.

Il prestito personale è destinato a lavoratori autonomi, pensionati, lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato o indeterminato, ma anche stagionali o collaboratori domestici. I pagamenti mensili avvengono tramite addebito diretto sul conto corrente. Questo significa che il debitore deve accertarsi, ogni mese, che sul proprio conto sia presenta una somma di denaro sufficiente a coprire l’intera rata. I documenti da presentare includono carta di identità, codice fiscale e documenti attestanti il reddito, dunque, a seconda dei casi, buste paga, cedolini pensionistici o dichiarazione dei redditi.

Il prestito con cessione del quinto è invece destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e ai pensionati. I pagamenti mensili vengono effettuati tramite trattenute sulla busta paga o sulla pensione. A provvedere al pagamento sono dunque il datore di lavoro oppure, nel caso dei pensionati, l’ente previdenziale; queste due figure svolgono anche la funzione di garanti. Per quanto riguarda la documentazione, a quella del prestito personale vanno aggiunti il certificato di stipendio (per i lavoratori) o la quota cedibile (per i pensionati).

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