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Il lavoro si cerca sul web: crescono gli annunci (+22%) e persone in cerca di impiego (+19%)

Redazione 2

Il lavoro si cerca sul web: crescono gli annunci (+22%) e persone in cerca di impiego (+19%)

Lun, 18/09/2023 - 09:30

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Se negli ultimi giorni le rilevazioni Istat hanno evidenziato la prima frenata nelle occupazioni da inizio anno, dati incoraggianti arrivano dal mercato del lavoro in somministrazione: secondo le analisi di Jobtech, (https://jobtech.it), l’agenzia per il lavoro di nuova generazione, il primo semestre dell’anno ha registrato un aumento complessivo del 22% degli annunci di lavoro disponibili online rispetto alla prima parte dell’anno precedente. Parimenti, i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione registrano un aumento pari al 19% del numero di persone in cerca di una nuova opportunità lavorativa.

UNA QUESTIONE DI GENERE – L’indagine, svolta da Jobtech su 60.000 utenti attivi sui portali verticali dell’agenzia nel primo semestre del 2023, conferma quella che è ormai una costante italiana: le donne cercano lavoro più degli uomini, a riprova del fatto che fanno più fatica a trovare un collocamento sul mercato. Per la prima volta negli ultimi 24 mesi, però, il divario è in calo: oggi sono il 56,2%, contro un 43,8% della compagine maschile. Le donne che cercano lavoro, oltretutto, sono più qualificate degli uomini, perlomeno se parliamo di titoli di studio: il 63% delle donne ha almeno un diploma, contro il 60% degli uomini, mentre quando parliamo di laurea (almeno triennale) la possiede il 20,3% delle donne e solo il 15,8% degli uomini. Guardando, invece, le differenze anagrafiche Jobtech rileva che sono i millennial a rappresentare la maggioranza di chi cerca lavoro: appartiene a questa fascia d’età il 40,2% del totale del campione; segue, con il 30,1%, la Generazione X (che raggruppa i nati tra il 1965 e il 1980) che vede un assottigliamento del campione (oltre il 35% solo un anno fa). Non mancano, ovviamente, i più giovani: è membro della Generazione Z (nati a partire dal 1996) il 24,9% del totale – una percentuale elevata se pensiamo che si tratta di una fascia d’età ancora in bilico tra studio e vita adulta; oltretutto, il dato è in forte crescita rispetto alla precedente rilevazione, in cui erano rappresentati dal 18,5% del campione. Infine, i Baby boomer (nati dal 1950 al 1965): rappresentano solo il 4,7% del totale. La fascia d’età con la maggior presenza di laureati è quella dei Millennial (24,3%) – anche se, come detto, va tenuto conto che i GenZ spesso sono ancora alle prese con la formazione universitaria.

Inoltre: LE DIFFERENZE REGIONALI – Resta pressoché costante la differenza tra Nord e Sud in fatto di opportunità lavorative e dinamismo occupazionale: nel primo semestre dell’anno il 73,4% degli annunci di lavoro online proveniva dal Nord Italia (rispettivamente il 40,8% dal Nord-Ovest e il 32,5% dal Nord-Est); dal Centro solo il 16,8%, mentre dal Sud e Isole solo il 9,7%: una situazione, questa, pressoché immutata sin dal 2021. È la stessa, al contempo, la distribuzione regionale: la Lombardia, con il 29,9%, si è confermata anche in questo primo semestre la regione con il numero più alto di annunci di lavoro disponibili, seguita da Veneto (14,3%), Emilia Romagna (13,0%), Piemonte (8,6%) e Lazio (7,4%). Questa spaccatura del Paese si ripercuote anche sulla domanda di lavoro. Rapportando i dati con gli abitanti, le regioni con la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sono state Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Calabria, Sicilia e Basilicata: perlomeno, per queste tre regioni i dati sono in positivo rispetto alla precedente rilevazione. La situazione non cambia anche per quanto riguarda la competizione tra candidati: le regioni contraddistinte dai più alti rapporti tra annunci e candidature sono state Basilicata, Sicilia e Molise (stessi risultati di sei mesi fa), mentre quelle dove c’è stata minor competizione su una singola offerta di lavoro – e quindi più chance di assunzione – sono state il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia e il Veneto. Il numero medio degli annunci di lavoro, come detto, mostra un andamento positivo in tutta la Penisola, con una media del +22% rispetto al primo semestre del 2022. Questo dato porta segnali positivi dal Centro e dal Sud Italia: le tre regioni che hanno registrato la più alta crescita di offerte di lavoro rispetto allo scorso anno, risultano essere Molise (+61%), Sardegna (+54%) e Campania (+41%). A fronte del +19% di utenti in cerca di lavoro in media nazionale, le regioni che hanno avuto la maggiore crescita in termini percentuali sono state Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Sicilia e Sardegna. Le regioni invece cresciute meno sono state Basilicata e Molise con un +12%.

Infine: L’HO.RE.CA TORNA PROTAGONISTA DELLE RICERCHE DI LAVORO – Per la prima volta dalla pandemia, il settore professionale più richiesto da chi guardava al lavoro temporaneo è stato l’Ho.re.ca.. Con il 19,6% sul totale (contro l’11% del secondo semestre 2022), il mondo della ristorazione e dell’accoglienza risulta essere il settore professionale di maggior appeal: sono in prevalenza gli uomini (con il 23,3%) a cercare un’opportunità nel comparto ristorativo, mentre le donne hanno espresso la propria preferenza per i settori retail (22,3%) e contabilità (18,5%). Lascia lo scettro di settore con il maggiore interesse, ma resta in seconda posizione, quello della vendita al dettaglio – che aveva registrato una forte contrazione nel 2020 e nel 2021 per diventare il comparto più ambito nel 2022. Terzo posto per la contabilità (18,5%), mentre il mondo della logistica è al quarto (17,3%). In ultimo, una curiosità: 7 ricerche di lavoro su dieci vengono effettuate da dispositivi mobile. Il dato, in crescita (+6,5% in un anno), fa riflettere su quanto sia importante nel contesto odierno intervenire sull’esperienza utente per quanto riguarda i processi di candidatura avviati tramite cellulare. “Dopo aver rappresentato per anni un simbolo di precarietà, i recenti interventi legislativi (prima il decreto Milleproroghe, poi il Decreto Lavoro) hanno dato al settore del lavoro temporaneo un ruolo strategico nel sostegno delle politiche attive- dichiara Paolo Andreozzi, founder di Jobtech- Siamo convinti che il contributo delle Agenzie per il Lavoro sia fondamentale per trovare un’occupazione alle tante persone che sono fuori dal circuito, così da cominciare a ridurre quel mismatch tra domanda e offerta che è uno dei principali problemi di questo Paese”.