Qualche giorno fa l’amministrazione comunale di Caltanissetta ha annunciato che oggi, 9 settembre 2023, la “via Traversa Elena” sarebbe diventata “via Luigi Cortese”.
Non è il primo caso di cambio di intitolazione di una via del Centro Storico per la Giunta Gambino che, con questa scelta, intende sottolineare come i cittadini debbano essere maggiormente consapevoli della loro storia e identità. Il 26 gennaio 2022, non molto lontano dall’area attualmente interessata, un’altra via aveva cambiato denominazione. “Via Piazza Armerina” è diventata “via Giuseppina Panzica” in memoria di una donna nissena che visse l’orrore della seconda guerra mondiale, si spese come partigiana e fu deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck dove rimane fino al 1945.
Un evento che non sollevò polemiche nonostante fosse stato preannunciato che altre vie avrebbero potuto dare spazio a eroici cittadini nisseni dimenticati dalla memoria storica ma degni di avere un posto d’onore nella terra natia.
Questa volta, però, sono scaturite le polemiche tra chi ha ritenuto questa scelta “un’inutile scocciatura per attività commerciali e residenti interessati al cambio toponomastico” e chi, invece, si è schierato “pro o contro” il nome scelto o rimosso.
Nonostante ciò la manifestazione di intitolazione di questa mattina, dedicata a colui che è stato presentato dal Sindaco Roberto Gambino come “illustre cittadino nisseno, Partigiano e Deputato Regionale”, si è svolta regolarmente alla presenza dei familiari di Luigi Cortese, del Prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia, del Questore Pinuccia Albertina Agnello, dell’Assessore Ettore Garozzo, del Comandante dei Carabinieri, del Comandante della Guardia di Finanza, dei responsabili provinciali dell’ANPI Caltanissetta e della baby sindaca.
La toponomastica dei centri storici è componente intrinseca, seppure immateriale, dei centri stessi ed è parimenti storicizzata – ha commentato Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia intervenuto per contestare l’atto di variare l’intitolazione della via a prescindere dalle figure coinvolte -. La tutela di un centro, di un quartiere storico non può prescindere dalla tutela della componente toponomastica. Anzi, è auspicabile una chiara integrazione, in tal senso, nel Codice dei Beni Culturali. Insomma: la Storia d’Italia, la storia del nostro territorio non può essere ricordata, celebrata “ad usum Delphini”. La toponomastica consente un viaggio nella storia fatto di luoghi, personaggi, miti, eventi, tradizioni, che costituiscono uno stimolo per una migliore conoscenza del passato e per una consapevole proiezione nel futuro”.
Luigi Cortese, per tutti Gino, però, per l’ANPI e l’amministrazione comunale meritava un riscatto sociale e una via a lui intitolata.
Nato a Caltanissetta il 4 luglio 1920 si è sempre fatto notare per il suo carattere coraggioso e pronto a sfidare il sistema che lui riteneva sbagliato. Da studente liceale insofferente alla retorica fascista insieme a Leonardo Sciascia, è autore di clamorose beffe nei confronti del fascismo, spacciando discorsi di Stalin o o Dimitrov per scritti di Mussolini e del gerarca Achille Starace, un fissato di uniformi e pratica ginnica.
Ha collaborato con la cellula clandestina del Pci, insieme a figure quali Calogero Boccadutri “Liuzu”, figura leggendaria dell’antifascismo nisseno, Emanuele Macaluso, che poi diverrà dirigente nazionale Cgil e del Pci; Gaetano Costa, in seguito Procuratore della Repubblica di Palermo ucciso dalla mafia nel 1980, e Pompeo Colajanni, futuro comandante partigiano con il nome di battaglia di “Nicola Barbato”, che lo iscriverà al partito.
Nel 1943 viene chiamato alle armi e da Parma, come sottoufficiale del Reggimento Guide stampa il numero unico de “Il Nuovo Piccone. Organo di agitazione rivoluzionaria antifascista”. Un atteggiamento intrepido che lo porta, proprio il 9 settembre, a partecipare alla prima riunione costitutiva della Resistenza antifascista che sancisce l’inizio della lotta armata al fascismo e ad assumersi il compito di organizzare la Resistenza in Val d’Enza, comandare la 47ª Brigata Garibaldi (la Brigata dalla “testa calda”) e tenere i contatti con gli alleati. Ferito, catturato e condannato a morte si salva solo grazie al bombardamento del carcere di Parma e da lì torenerà alla testa della Resistenza combattendo il 25 aprile con la brigata che libera Parma.
Tornato in Sicilia organizza il Pci nel Nisseno, viene eletto deputato all’ARS per 5 legislature e continua le sue lotte politiche. Nell’agosto 1948 viene arrestato e sconta un anno di detenzione. Conclusa l’esperienza politica e con una laurea in filosofia acquisita negli anni, insegnò all’Università di Palermo fino al 1977, svolgendo numerosi corsi su Storia della Resistenza, e sulla Mafia. Gino Cortese morì a Palermo il 4 giugno 1989.
Contrario alla scelta di far “abdicare” Elena dalla via a lei dedicata è intervenuto Enzo Falzone, l Delegato provinciale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, sottolineando il valore di una donna che, pur non essendo nata nel territorio, si è spesa per lo stesso con carità e umanità.
“Oggi 09 settembre 2023 è un brutto giorno per Caltanissetta –scrive -, togliere una via “Traversa Regina Elena” a una Serva di Dio, una Regina che ha fatto tanto e che l’ha portata a essere definita l’angelo della carità per il suo impegno anche come crocerossina. Il 28 Dicembre 1908 fu la prima, insieme al marito, fu la prima con il marito ad arrivare a Messina a scavare con le mani sotto le macerie del terremoto a salvare vite umane. Un gesto che ha spinto i messinesi a creare un monumento in suo onore e esserne ancora fieri. L’Amministrazione Comunale invece di governare e risolvere i problemi della città, cambia le vie cancellando la Storia creando seri danni ai residenti e ai commercianti. In pochi anni hanno cancellato 3 vie storiche e continuano invece di intitolare Vie Nuove. È una vergogna”.